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Caso Scajola, inammissibile il ricorso della Dda su aggravante mafiosa

22 ottobre 2014 | 13.25
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L'ex ministro è imputato per i presunti aiuti nella latitanza di Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa

Caso Scajola, inammissibile il ricorso della Dda su aggravante mafiosa

Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha dichiarato inammissibile il ricorso del pm Giuseppe Lombardo che aveva chiesto il riconoscimento dell'aggravante mafiosa per l'ex ministro Claudio Scajola, Amedeo Matacena, la moglie Chiara Rizzo, Martino Politi, Roberta Sacco e Maria Grazia Fiordelisi tutti coinvolti nel processo che nelle forme del rito ordinario è iniziato oggi a Reggio Calabria (l'abbreviato inizierà il 13 novembre) sulla procurata inosservanza della pena di Amedeo Matacena, l'ex deputato di Forza Italia condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, e sulle manovre per la schermatura del patrimonio di famiglia per non renderlo aggredibile da eventuali attacchi della magistratura.

Al Riesame è stato depositato il provvedimento con contestuale motivazione, disponendo l'inammissibilità per carenza di interesse. "Sono state accolte le ragioni della difesa, abbiamo sempre sostenuto che il ricorso del pm era inammissibile", dichiara l'avvocato Bonavenutra Candido che difende Chiara Rizzo. "Nessun trionfalismo -aggiunge- la nostra battaglia giudiziaria continua".

Il processo è nato dallo sviluppo dell'indagine Breakfast condotta dalla Dda di Reggio Calabria, in cui sarebbero emersi profili di responsabilità a carico dell'ex ministro Scajola, il quale si sarebbe speso a favore di Matacena cercando informazioni sul paese estero che consentisse un regime più elastico in merito alla situazione giudiziaria dell'ex deputato azzurro condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

L'ex ministro Claudio Scajola è arrivato a Reggio Calabria per partecipare alla prima udienza del processo che lo vede imputato per procurata inosservanza di pena nei confronti dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la Procura di Reggio Calabria, l'ex ministro si sarebbe speso per far trasferire l'ex deputato di Fi per far trasferire l'ex deputato di Fi da Dubai, dove si trova attualmente, in Libano.

"Sono al processo per fare emergere la verità che per me è una sola" ha detto Scajola uscendo dall'aula. L'ex ministro si trova agli arresti domiciliari nella sua villa a Imperia ed è stato autorizzato a prendere parte al processo.

L'avvocato Giorgio Perroni è sicuro di riuscire a dimostrare l'innocenza del suo assistito al processo in corso a Reggio Calabria. "Siamo al processo con la consapevolezza di dimostrare l'estraneità di Scajola ai fatti contestati".

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