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Papa Francesco: "La corruzione è un male che va curato più che perdonato"

23 ottobre 2014 | 15.25
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Il Pontefice ha ricevuto in udienza una delegazione dell'Associazione internazionale di diritto penale: "La sanzione penale è selettiva. È come una rete che cattura solo i pesci piccoli, mentre lascia i grandi liberi nel mare". Poi parla di ergastolo: "E' una pena di morte nascosta". E di carcerazione preventiva: "E' una pena illecita occulta". Cantone: "Sono entusiasta per la denuncia del Pontefice"

Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO
Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO

''La corruzione è un male più grande del peccato. Più che perdonato, questo male deve essere curato''. A denunciarlo è papa Francesco, nel discorso tenuto in udienza con una delegazione dell'Associazione internazionale di diritto penale. ''La scandalosa concentrazione della ricchezza globale è possibile a causa della connivenza di responsabili della cosa pubblica con i poteri forti. La corruzione - sottolinea - è essa stessa anche un processo di morte: quando la vita muore, c'è corruzione''.

''Le forme di corruzione che bisogna perseguire con maggior severità sono quelle che causano gravi danni sociali - ammonisce il Papa - sia in materia economica e sociale, come per esempio gravi frodi contro la pubblica amministrazione o l'esercizio sleale dell'amministrazione, come in qualsiasi sorta di ostacolo frapposto al funzionamento della giustizia con l'intenzione di procurare l'impunità per le proprie malefatte o quelle di terzi''. Invece ''la sanzione penale è selettiva. È come una rete che cattura solo i pesci piccoli, mentre lascia i grandi liberi nel mare''.

Il corrotto, osserva Francesco, ''non può accettare la critica, squalifica chi la fa, cerca di sminuire qualsiasi autorità morale che possa metterlo in discussione, non valorizza gli altri e attacca con l'insulto chiunque pensa in modo diverso. Se i rapporti di forza lo permettono, perseguita chiunque lo contraddica''. La corruzione, dice ancora Francesco, si esprime in un'atmosfera di trionfalismo perché il corrotto si crede un vincitore. In quell'ambiente si pavoneggia per sminuire gli altri. Il corrotto non conosce la fraternità o l'amicizia, ma la complicità e l'inimicizia. Il corrotto non percepisce la sua corruzione''.

La corruzione, denuncia ancora il Pontefice, ''è diventata naturale, al punto da arrivare a costituire uno stato personale e sociale legato al costume, una pratica abituale nelle transazioni commerciali e finanziarie, negli appalti pubblici, in ogni negoziazione che coinvolga agenti dello Stato. È la vittoria delle apparenze sulla realtà e della sfacciataggine impudica sulla discrezione onorevole''.

''Che cosa può fare il diritto penale contro la corruzione? - si chiede infine il Papa - Sono ormai molte le convenzioni e i trattati internazionali in materia e hanno proliferato le ipotesi di reato orientate a proteggere non tanto i cittadini, che in definitiva sono le vittime ultime - in particolare i più vulnerabili - quanto a proteggere gli interessi degli operatori dei mercati economici e finanziari.

Ergastolo, pena di morte nascosta - "Da poco tempo, nel Codice penale del Vaticano, non c'è più l'ergastolo, che è una pena di morte nascosta'' ha anche detto papa Francesco. ''Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati oggi a lottare non solo per l'abolizione della pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie - ha sottolineato il papa - nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà. E questo, io lo collego con l'ergastolo''.

"La carcerazione preventiva è pena illecita occulta" - ''La carcerazione preventiva, quando in forma abusiva procura un anticipo della pena, previa alla condanna, o come misura che si applica di fronte al sospetto più o meno fondato di un delitto commesso, costituisce un'altra forma contemporanea di pena illecita occulta, al di là di una patina di legalità'', ha detto il Pontefice.

''Questa situazione è particolarmente grave in alcuni Paesi e regioni del mondo, dove il numero dei detenuti senza condanna supera il 50% del totale - ha ricordato Francesco - e questo fenomeno contribuisce al deterioramento ancora maggiore delle condizioni detentive, situazione che la costruzione di nuove carceri non riesce mai a risolvere, dal momento che ogni nuovo carcere esaurisce la sua capienza già prima di essere inaugurato. Inoltre è causa di un uso indebito di stazioni di polizia e militari come luoghi di detenzione''.

''Il problema dei detenuti senza condanna va affrontato con la debita cautela - è il richiamo del Papa - del dal momento che si corre il rischio di creare un altro problema tanto grave quanto il primo se non peggiore: quello dei reclusi senza giudizio, condannati senza che si rispettino le regole del processo''.

'Le deplorevoli condizioni detentive che si verificano in diverse parti del pianeta - continua Francesco - costituiscono spesso un autentico tratto inumano e degradante, molte volte prodotto delle deficienze del sistema penale, altre volte della carenza di infrastrutture e di pianificazione, mentre in non pochi casi non sono altro che il risultato dell'esercizio arbitrario e spietato del potere sulle persone private della libertà''.

L'omelia della mattina - ''Non si può andare avanti senza la forza dello Spirito. Le nostre forze sono deboli. Non si può essere cristiani, senza la grazia dello Spirito. E' proprio lo Spirito che ci cambia il cuore, che ci fa andare avanti nella virtù, per compiere i comandamenti''. Lo ha detto stamattina Papa Francesco nell'omelia durante la messa a Santa Marta che prende spunto dalla Lettera agli Efesini in cui San Paolo descrive la sua esperienza di Gesù Cristo, un'esperienza ''che lo ha portato a lasciare tutto'' perché ''era innamorato di Cristo''.

Il suo è un ''atto di adorazione'': piega, innanzitutto, ''le ginocchia davanti al Padre'' che ''ha il potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare''. Usa ''un linguaggio senza limite'': adora questo Dio ''che è come un mare senza spiagge, senza limiti, un mare immenso''. E Paolo chiede al Padre, per tutti noi, ''di essere potentemente rafforzati nell'uomo interiore, mediante il suo Spirito''.

Il tweet di oggi - ''La famiglia è il luogo in cui noi ci formiamo come persone. Ogni famiglia è un mattone che costruisce la società''. Lo scrive Papa Francesco su Twitter.

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