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Un passo avanti per salvare dall'estinzione il mastino siciliano, 'braccio destro' dei pastori

24 ottobre 2014 | 19.56
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La sua funzione era quella di salvaguardare le greggi. L'Enci ha attivato il Registro Supplementare Aperto. Tripoli, vice presidente dell'associazione SAMANNARA, che ha come scopo principale proprio "la salvaguardia dall'estinzione" di questa razza: "Ora si contano circa un centinaio di esemplari. Mi piacerebbe trovare fondi per allestire un luogo adatto ad allevare questi 'prototipi'"

(Foto da Wikipedia)
(Foto da Wikipedia)

La sua funzione era quella di salvaguardare le greggi negli appositi recinti, 'gli stazzi', che in Sicilia vengono definiti mannare. Da qui il loro nome. Il cane di mannara o mastino siciliano era il 'braccio destro' dei pastori siciliani e ora rischia l'estinzione. "Razza antichissima, un antenato era presente sull'isola sin dall'età del bronzo, questo cane è stato fondamentale ausiliare dei pastori siciliani fino agli anni Trenta fino a quando cioè in Sicilia è stato presente il lupo. Dopo di che è cominciato il suo declino e ora come ora si contano circa un centinaio di esemplari", dice all'Adnkronos Salvo Tripoli, vice presidente dell'associazione SAMANNARA, che ha come scopo principale proprio "la salvaguardia dall'estinzione, il recupero morfologico–funzionale e la tutela della popolazione canina autoctona siciliana denominata 'cane di mannara'".

"Si tratta di un cane estremamente risoluto e quasi aggressivo quando deve difendere la proprietà che gli è stata affidata, ma si è rivelato pacifico con le persone quando è al di fuori del suo ruolo e compito di guardiano del gregge ovino. Quando infatti - racconta Tripoli - ci siamo ritrovati al primo raduno, gli esemplari presenti non hanno mostrato alcuna reazione aggressiva nei nostri confronti anche quando ad esempio gli abbiamo aperto la bocca per studiarne la dentatura '".

Tripoli, giudice internazionale di esposizione canina, insieme al professor Luigi Liotta del Dipartimento di Scienze veterinarie dell'Università di Messina e Florindo Arengi, veterinario di Enna e Presidente dell’associazione SAMANNARA è tra coloro che più si sono impegnati nel difficile iter da percorrere per giungere al riconoscimento ufficiale della razza da parte della Federazione Cinologica Internazionale. E un passo avanti in questo senso lo hanno già fatto, visto che l'Enci (Ente nazionale della cinofilia italiana) ha attivato il Registro Supplementare Aperto per il cane di mannara, uno speciale libro genealogico dove vengono iscritti i cani di genealogia sconosciuta ma rispondenti alla morfologia, al “tipo” della razza.

"A questo punto dobbiamo andare avanti, e promuovere altri raduni in modo da arricchire la popolazione nota e censita sino a quando raggiungerà la quantità e la qualità idonea per esser definitivamente accolta nel Libro origini italiano", dice ancora Tripoli che sottolinea: "Vorrei ci fosse una riconversione utilitaria di questa razza, che può essere un buon cane da guardia. Penso anche ai cinghiali, sempre più numerosi in Sicilia: questo cane, soprattutto in branco, potrebbe difendere bene campi e greggi". E conclude: "Mi piacerebbe trovare fondi per allestire un luogo adatto ad allevare questi 'prototipi' per raggiungere in tempi brevi il riconoscimento da parte dell'Enci".

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