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Hi-tech: arriva Poppy, il primo robot open-source stampato in 3D

28 ottobre 2014 | 17.25
LETTURA: 3 minuti

La sua 'anima' è controllata da un software gratuito, presto arriverà nelle scuole per insegnare agli studenti a costruire umanoidi

Poppy, il primo robot stampato in 3D
Poppy, il primo robot stampato in 3D

E' stato battezzato Poppy ed è il primo robot umanoide completamente open-source stampato in 3D. Realizzato in Francia dai ricercatori del Flower Lab dell'Inria (Institute for Research in Computer Science and Automation), che creano modelli informatici e robotici per far comprendere i processi di sviluppo negli esseri umani, Poppy è un robot che ognuno di noi può costruire e programmare, quindi non è una creazione ad appannaggio di scienziati e ingegneri. Il team di sviluppatori ha infatti ideato il robot Poppy per integrarlo nel percorso didattico delle scuole, dando agli studenti la possibilità di apprendere esercitandosi con lui, sottolinea la Commissione europea che ha annunciato la nascita di Poppy.

"L'analisi dei benefici della stampa in 3D e delle possibili sinergie con l'informatica nelle scuole è ancora quasi agli albori" afferma Pierre-Yves Oudeyer, il direttore di riceca dell'Inria che si è aggiudicato una sovvenzione di avviamento Cer per l'informatica. "La nostra piattaforma Poppy -spiega- ci consente ora di offrire agli istituti scolastici e agli insegnanti un modo per stimolare la creatività degli studenti nello studio di settori come la meccanica, l'informatica, l'elettronica e la stampa in 3D".

Il "corpo" di Poppy nasce da una stampa in 3D, mentre la sua "anima" è controllata da un software gratuito, vale a dire che chiunque può creare parti del corpo di Poppy in maniera semplice e rapida e può programmare il comportamento del proprio robot. "L'hardware e il software di Poppy -rimarca Oudeyer- sono open space. Non esiste un unico robot umanoide, ma tanti quanti saranno i suoi utilizzatori". Quel che rende "così interessante questo proposito -sottolinea ancora- è proprio il fatto che segna il passaggio da un semplice strumento tecnologico a una reale piattaforma sociale".

"È un'idea eccezionale che trae origine da un progetto del Cer: una piattaforma a basso costo -afferma la Commissaria Ue per la Ricerca, l'innovazione e la scienza Máire Geoghegan-Quinn- in grado di contribuire a rendere più interattiva e stimolante l'esperienza didattica, consentendo agli studenti di creare un nesso con il mondo della ricerca e della progettazione".

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