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Caso Cucchi: Celentano, hai capito Stefano in che mondo vivevi?

03 novembre 2014 | 11.15
LETTURA: 3 minuti

Il Molleggiato scrive una lettera a Stefano: "Hai capito adesso in che mondo vivevi?". Ora "sei finalmente libero di amare e scorrazzare fra le bellezze del Creato, senza piu’ il timore che qualche guardia carceraria ti rincorra per ucciderti". Replica del Sappe: "Sei un ignorante"

Adriano Celentano (foto Infophoto) - INFOPHOTO
Adriano Celentano (foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Ciao Stefano! Hai capito adesso in che mondo vivevi?". Inizia così la lettera a Stefano Cucchi che Adriano Celentano ha pubblicato stamattina sul suo blog, definendo i giudici che hanno emesso la sentenza dei giorni scorsi "'ignavi' che, come diceva Dante, sono anime senza lode e senza infamia e proprio perchè non si schierano nè dalla parte del bene e nè da quella del male sono i piu’ pericolosi".

"Certo -aggiunge il Molleggiato- dove sei ora è tutta un’altra cosa. L’aria che respiri ha finalmente un sapore. Quel sapore di aria pura che non ha niente a che vedere con quella maleodorante che respiravi qui sulla terra. Lì, dove sei adesso, c’è la luce, la luce vera!!! Che non è quella flebile e malata di quei giudici “ignavi” che, come diceva Dante, sono anime senza lode e senza infamia e proprio perchè non si schierano nè dalla parte del bene e nè da quella del male sono i piu’ pericolosi, e giustamente il Poeta li condanna. Ma adesso dove sei tu è tutto diverso. Lì si respira l’AMORE del “Padre che perdona” e non di chi ti ha picchiato e massacrato fino a farti morire. Sei finalmente libero di amare e scorrazzare fra le bellezze del Creato, senza piu’ il timore che qualche guardia carceraria ti rincorra per ucciderti. Perchè dove sei tu non si può morire. La morte non è che un privilegio dei comuni mortali e quindi proibito a chi non ha la fortuna di nascere. Un privilegio dell’anima che, se non la uccidiamo del tutto, ci riconduce alla Vita Eterna", conclude Celentano.

Replica del Sappe - "Celentano è tanto ignorante da non sapere che in Italia non esistono guardie carcerarie ma, soprattutto, che i poliziotti penitenziari, coinvolti nella vicenda giudiziaria sulla morte di Stefano Cucchi, sono stati assolti due volte dalle gravi accuse formulate nei loro confronti. Lo preferiamo come cantante, Celentano: almeno evita di dire stupidaggini…". Lo dichiara Donato Capece, segretario del Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, in merito alla lettera scritta da Celentano.

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