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Shoah: addio a Martino Godelli, sopravvissuto ad Auschwitz Birkenau

05 novembre 2014 | 10.13
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Aveva 92 anni. Tra i pionieri del sionismo socialista in Italia, viveva nel kibbutz di Netzer Sereni, in Israele. Rifiutava di tornare in Italia: ''Nessuno mi ha mai chiesto scusa'', spiegò in un colloquio con il direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma, Marcello Pezzetti.

Nell'immagine, il documento di riconoscimento di Martino Godelli pubblicata su 'Pagine Ebraiche' per gentile concessione di Silvia Cuttin
Nell'immagine, il documento di riconoscimento di Martino Godelli pubblicata su 'Pagine Ebraiche' per gentile concessione di Silvia Cuttin

È scomparso all'età di 92 anni Martino Godelli, nato Goldstein, uno degli ultimi sopravvissuti italiani all'inferno di Auschwitz Birkenau. A darne notizia è il portale dell'ebraismo italiano, www.moked.it. Nato in Romania, e trasferitosi giovanissimo nella Fiume fascista, Godelli -tra i pionieri del sionismo socialista in Italia- viveva nel kibbutz di Netzer Sereni, in Israele, dove si è svolto ieri il suo funerale. Godelli fu arrestato a Fiume il 25 gennaio 1944.

Fu prima trasferito all'ex distilleria Wortmann, a Sussak, adibita dai nazisti a luogo di interrogatorio e prigionia e successivamente alla Risiera di San Sabba, a Trieste, dove verrà trattenuto per una notte. Il 28 gennaio sarà fatto salire sul treno per Auschwitz Birkenau.

La sua tormentata vicenda, insieme a quella dei cugini Laci e Andi, è stata raccontata da Silvia Cuttin nel libro 'Ci sarebbe bastato', pubblicato nel 2011 da Epika. ''Martino Godelli -ricorda Cuttin- è stato un gigante, un uomo speciale a cui ho voluto molto bene. Un uomo rigoroso, che ha seguito sempre quello che credeva giusto, capace di insegnare. Un uomo profondamente sensibile, anche se non lo faceva vedere; attento, rispettoso, mai invadente''. Viveva in Israele, rifiutava di tornare in Italia. ''Nessuno mi ha mai chiesto scusa'', spiegò in un colloquio con il direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma, Marcello Pezzetti.

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