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Papa: appello a religiosi, meglio pugni che terrorismo delle chiacchiere

07 novembre 2014 | 13.22
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Cacciare il "terrorismo delle chiacchiere", meglio i pugni della chiacchiera. Papa Francesco lancia il suo forte appello ai religiosi: "Un segno chiaro che la vita religiosa è chiamata a dare oggi è la vita fraterna. Ma, per favore, che non ci sia fra voi il terrorismo delle chiacchiere, eh! Cacciatelo via! Ci sia fraternità! E se tu hai qualcosa contro il fratello, lo dice in faccia… Alcune volte finirai ai pugni, non è un problema: è meglio questo che il terrorismo delle chiacchiere".

Il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti alla 54esima Assemblea nazionale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (Cism) sul tema 'Missione della Chiesa e vita consacrata alla luce della Evangelii Gaudium, mette in guardia sui rischi che derivano dalla cultura individualista. "Un segno chiaro che la vita religiosa è chiamata a dare oggi è la vita fraterna. Oggi la cultura dominante è individualista, centrata sui diritti soggettivi. E’ una cultura che corrode la società a partire dalla sua cellula primaria che è la famiglia", ammonisce Bergoglio.

il monito di Bergoglio, aiutare la Chiesa a crescere per via di attrazione

"La vita consacrata - ricorda Bergoglio - può aiutare la Chiesa e la società intera dando testimonianza di fraternità, che è possibile vivere insieme come fratelli nella diversità: questo è importante! Perché nella comunità non ci si sceglie prima, ci si trova con persone diverse per carattere, età, formazione, sensibilità… eppure si cerca di vivere da fratelli". Il Papa è ben consapevole che "non sempre si riesce, certo, tante volte si sbaglia, perché siamo tutti peccatori, però si riconosce di avere sbagliato, si chiede perdono e si offre il perdono. E questo - ricorda - fa bene alla Chiesa: fa circolare nel corpo della Chiesa la linfa della fraternità. E fa bene anche a tutta la società".

Da qui il monito del Pontefice: "la vita religiosa aiuta la Chiesa a realizzare quell’'attrazione' che la fa crescere, perché davanti alla testimonianza di un fratello e di una sorella che vive veramente la vita religiosa, la gente si domanda 'che cosa c’è qui?', 'che cosa spinge questa persona oltre l’orizzonte mondano?'. Questa direi è la prima cosa: aiutare la Chiesa a crescere per via di attrazione".

l'appello di Francesco, il carisma non va conservato come acqua distillata

Francesco ha spiegato quale deve essere il compito dei religiosi: "siamo chiamati a dare una testimonianza profetica. La testimonianza di una vita evangelica è ciò che distingue il discepolo missionario e in particolare chi segue il Signore nella via della vita consacrata. E la testimonianza profetica coincide con la santità. La vera profezia non è mai ideologica, non è 'alla moda', ma è sempre un segno di contraddizione secondo il Vangelo, così come lo era Gesù. Gesù, per esempio, fu un segno di contraddizione per le autorità religiose del suo tempo: capi dei farisei e dei sadducei, dottori della legge. E lo fu anche per altre opzioni e proposte: esseni, zeloti".

Un compito che "non è facile, non è scontato; richiede conversione; richiede anzitutto preghiera e adorazione; e richiede condivisione con il popolo santo di Dio che vive nelle periferie della storia. Decentrarsi", è l'invito di Bergoglio che ribadisce che "ogni carisma per vivere ed essere fecondo è chiamato a decentrarsi, perché al centro ci sia solo Gesù Cristo. Il carisma non va conservato come una bottiglia di acqua distillata, va fatto fruttificare con coraggio, mettendolo a confronto con la realtà presente, con le culture, con la storia, come ci insegnano i grandi missionari dei nostri istituti".

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