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Papa: "Buoni pastori, mai mercenari". Francesco proclama sei nuovi santi

23 novembre 2014 | 11.26
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Il monito di Bergoglio: "Non lasciamoci distrarre da altri interessi terreni e passeggeri, la vicinanza e la tenerezza sono la regola di vita e su questo saremo giudicati". Frate Nicola Saggio santo, la testimonianza del miracolato Laudadio, illeso dopo una caduta da 10 metri: "L'ho invocato e mentre precipitavo mi è sembrato di vederlo"

Papa:

I pastori della Chiesa devono essere buoni pastori, capaci di radunare dalla dispersione, in cerca della "pecora perduta", mai "mercenari". E' il forte monito che arriva nuovamente da papa Francesco nel corso della messa in cui sei beati ricevono gli onori degli altari, in piazza San Pietro. "Quanti nella Chiesa siamo chiamati ad essere pastori, non possiamo discostarci da questo modello, se non vogliamo diventare dei mercenari. A questo riguardo, il popolo di Dio possiede un fiuto infallibile nel riconoscere i buoni pastori e distinguerli dai mercenari", avverte Bergoglio.

Nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, Francesco canonizza Giovanni Antonio Farina (1803-1888); Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia (1805-1871); Ludovico da Casoria (1814-1885); Nicola da Longobardi (1650-1709); Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore (1877-1952); Amato Ronconi (ca 1226-ca 1292). Il Papa prende spunto dalle letture del giorno per ricordare "come Gesù ha realizzato il suo regno; come lo realizza nel divenire della storia; e che cosa chiede a noi. Anzitutto, come Gesù ha realizzato il regno: lo ha fatto con la vicinanza e la tenerezza verso di noi. Egli è il Pastore".

"Il Vangelo ci dice che cosa il regno di Gesù chiede a noi: ci ricorda che la vicinanza e la tenerezza sono la regola di vita anche per noi, e su questo saremo giudicati - è il monito di Bergoglio - La salvezza non comincia dalla confessione della regalità di Cristo, ma dall’imitazione delle opere di misericordia mediante le quali lui ha realizzato il regno". "Chi le compie - osserva il Papa - dimostra di avere accolto la regalità di Gesù, perché ha fatto spazio nel suo cuore alla carità di Dio. Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore, sulla prossimità e sulla tenerezza verso i fratelli. Da questo dipenderà il nostro ingresso o meno nel regno di Dio, la nostra collocazione dall’una o dall’altra parte. Gesù, con la sua vittoria, ci ha aperto il suo regno, ma sta a ciascuno di noi entrarvi, già a partire da questa vita, facendoci concretamente prossimo al fratello che chiede pane, vestito, accoglienza, solidarietà".

Il Papa parla dell'esempio dei sei nuovi santi: "Oggi la Chiesa ci pone dinanzi come modelli i nuovi santi che, proprio mediante le opere di una generosa dedizione a Dio e ai fratelli, hanno servito, ognuno nel proprio ambito, il regno di Dio e ne sono diventati eredi. Ciascuno di essi ha risposto con straordinaria creatività al comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Si sono dedicati senza risparmio al servizio degli ultimi, assistendo indigenti, ammalati, anziani, pellegrini. La loro predilezione per i piccoli e i poveri era il riflesso e la misura dell’amore incondizionato a Dio. Infatti, hanno cercato e scoperto la carità nella relazione forte e personale con Dio, dalla quale si sprigiona il vero amore per il prossimo".

"Che i nuovi santi - è l'auspicio di Bergoglio - col loro esempio e la loro intercessione, facciano crescere in noi la gioia di camminare nella via del Vangelo, la decisione di assumerlo come la bussola della nostra vita. Seguiamo le loro orme, imitiamo la loro fede e la loro carità, perché anche la nostra speranza si rivesta di immortalità. Non lasciamoci distrarre da altri interessi terreni e passeggeri".

Tra i sei nuovi santi ci sono anche due indiani. "Per l’intercessione dei due santi indiani, provenienti dal Kerala, grande terra di fede e di vocazioni sacerdotali, il Signore - esorta il Papa all'Angelus - conceda un nuovo impulso missionario alla Chiesa che è in India, affinché ispirandosi al loro esempio di concordia e di riconciliazione, i cristiani dell’India proseguano nel cammino della solidarietà e della convivenza fraterna".

Il Papa saluta in modo particolare le delegazioni ufficiali dell’Italia e dell’India. "L’esempio dei quattro santi italiani, nati nelle provincie di Vicenza, Napoli, Cosenza e Rimini, aiuti il caro popolo italiano a ravvivare lo spirito di collaborazione e di concordia per il bene comune e a guardare con speranza al futuro, confidando nella vicinanza di Dio che mai abbandona, anche nei momenti difficili", è l'auspicio espresso da Bergoglio.

Quindi l'invito a seguire le orme dei quattro santi italiani: "L’esempio dei quattro santi italiani aiuti il caro popolo italiano a ravvivare lo spirito di collaborazione e di concordia per il bene comune e a guardare con speranza al futuro, in unità, confidando nella vicinanza di Dio che mai abbandona, anche nei momenti difficili".

Al termine dell'intensa mattinata per la canonizzazione di sei beati, Francesco si è concesso un bagno di folla sulla papamobile scoperta. In piazza San Pietro tantissimi fedeli e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.

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