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Varese: Gdf scopre e sequestra studio odontoiatrico abusivo

27 novembre 2014 | 13.03
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Varese: Gdf scopre e sequestra studio odontoiatrico abusivo

La Guardia di Finanza di Gallarate ha scoperto e sequestrato un vero e proprio studio “odontoiatrico” abusivo, gestito da un italiano, L.G. di 54 anni, che da tempo svolgeva prestazioni odontoiatriche mettendo a rischio la salute di decine di pazienti. Il titolare dello studio, privo di ogni requisito giuridico, senza laurea e senza nessuna iscrizione all’Albo professionale, incurante del rischio al quale sottoponeva i propri pazienti, eseguiva interventi odontoiatrici, comportandosi come un vero e proprio medico.

L'uomo, già condannato in passato per un’ analoga condotta, è risultato un “evasore totale”, in quanto non ha mai presentato nessuna dichiarazione dei redditi e non ha mai versato alcun tipo di imposte, nonostante l’elenco dei suoi clienti fosse composto da svariate decine di pagine e le tariffe perfettamente in linea con quelle applicate dai veri medici. L’attività illecita è risultata talmente redditizia, che il soggetto era in procinto di aprire ulteriori analoghe “strutture sanitarie” in altri comuni del circondario, assicurando al “falso medico” un elevato tenore di vita.

Nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria, i militari hanno sottoposto a sequestro tutti i “gruppi riuniti” (lettini dentistici) sui quali normalmente operano gli odontoiatri, le apparecchiature radiografiche necessarie per eseguire l’ortopantomografia, tutti gli strumenti tipici dell’attività professionale e diversi computer, che saranno sottoposti ad accurati accertamenti per identificare tutti i malcapitati pazienti dello “studio professionale”, nonché ricostruire l’intero giro d’affari del falso dentista.

Non solo. Per meglio nascondere al fisco l’attività, a fronte dei pagamenti delle prestazioni da parte dei pazienti, il falso medico emetteva false fatture con l’intestazione di altri “studi professionali” nei confronti dei quali sono in corso accertamenti per verificarne l’eventuale complicità, tenuto conto che anche alcuni di questi risultavano evasori totali. L.G. usava anche timbri e carte intestate di medici per rilasciare ricette e richiedere esami specifici. Le indagini ancora in corso sono finalizzate a verificare se c’è stata connivenza da parte di questi ultimi soggetti.

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