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Caso Yara: legale Bossetti, lascio, divergenze insanabili su difesa

06 dicembre 2014 | 14.38
LETTURA: 3 minuti

L'avvocato Silvia Gazzetti spiega all'Adnkronos i motivi che l'hanno spinta ad abbandonare il suo mandato. E aggiunge: "Continuerò a vedere il processo da spettatrice". L'altro difensore, Claudio Salvagni commenta all'Adnkronos: "Rispetto la sua scelta"

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti
Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

"Non mi riconoscevo più nella linea difensiva decisa dall'avvocato Claudio Salvagni. Per questo ho preferito fare un passo indietro". Con queste parole Silvia Gazzetti, legale di Massimo Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, spiega all'Adnkronos i motivi che l'hanno spinta a rassegnare le dimissioni, rimettendo il mandato. "Ho cercato in ogni modo di portare avanti la linea difensiva decisa, ma quando mi sono resa conto che le divergenze erano ormai insanabili, ho ritenuto più corretto lasciare", dice.

"Quando indosso la toga - spiega - assumo ogni incarico con coscienza e serietà, cercando di valutare tutti gli indizi e tutelare gli interessi dei miei assistiti". Il legale non cambia idea sull'innocenza di Bossetti, anche se non se la sente di fare previsioni: "Non so come andrà a finire, ci sono sessanta faldoni da valutare ed è ancora tutto da dimostrare".

A livello professionale e umano, rivela, "conserverò sempre un buon ricordo di questa esperienza. Avrei preferito andare avanti, certo, ma non rinnego nulla di quello che ho fatto". E sul futuro dice: "Continuerò a vedere il processo da spettatrice".

"Prendo atto della decisione della collega Silvia Gazzetti, scelta che rispetto e che preferisco non commentare".

La replica del collega. Claudio Salvagni, interpellato dall'Adnkronos, interviene sulla scelta dell'avvocato Gazzetti di lasciare la difesa di Massimo Giuseppe Bossetti, accusato dell'omicidio della 13enne Yara Gambirasio. "Prendo atto della decisione della collega Silvia Gazzetti - dice il legale - , scelta che rispetto e che preferisco non commentare". Una decisione legata a divergenze tra i due difensori di cui Salvagni preferisce non fornire dettagli. Gazzetti, prima avvocato d'ufficio poi di fiducia di Bossetti, era stata affiancata dal collega comasco che, al momento, resta l'unico difensore del 44enne operaio edile. Presto, però, Salvagni potrebbe essere affiancato da un collega: "Ci sto pensando, è una valutazione che farò nei prossimi giorni" e che sembra quasi doverosa "vista la complessità del caso".

Intanto, non è stata ancora fissata la data dell'udienza in Cassazione per discutere della possibilità che all'indagato, accusato della morte della giovane ginnasta di Brembate di Sopra, uccisa il 26 novembre 2010, possano essere concessi i domiciliari, dopo il 'no' del Tribunale della libertà di Brescia a lasciare il carcere di Bergamo dove è detenuto dal 16 giugno scorso.

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