Lo scandalo scoperto dalla Squadra mobile di Palermo all'Ufficio Tributi, che ha portato in carcere quindici persone, tra cui quattro dipendenti comunali infedeli, "rappresenta l'ennesimo episodio di malaffare nell'ambito della pubblica amministrazione". Così il procuratore facente funzione di Palermo, Leonardo Agueci ha commentato gli arresti nel corso di una conferenza stamjpa in Procura. "Nella fattispecie si tratta di un funzionario dell'Ufficio Tributi del Comune di Palermo che, potendo agire in modo indisturbato, è riuscito a compiere una serie elevatissima di atti corruttivi arrecando al Comune di Palermo un danno calcolato intorno ai 400 mila euro di tributi non incassati - dice Agueci - Uno dgli impiegati coinvolti, Antonino Borsellino, faceva addirittura parte dell'ufficio "lotta all'evasione" del Comune di Palermo e si occupava assieme ad altri funzionari di istruire le false pratiche". A fare partire l'indagine della Procura sono stati due cittadini che si sono visti chiedere una mazzetta per avere uno sconto sul pagamento della tassa sui rifiuti. L'indagine è stata condotta dai poliziotti della sezione Reati della pubblica amministrazione della Squadra Mobile di Palermo, guidati da Silvia Como. Il tariffario ammontava "al 50 per cento della somma scontata da pagare anche in comode rate mensili - ha spiegato Silvia Como in conferenza stampa - I personaggi potevano contare su un trattamento di 'favore' che si poteva protrarre nel tempo per un periodo indefinito".
