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Papa: "E' una cieca miseria considerare la ricchezza e il potere come scopo della vita"

20 dicembre 2014 | 12.43
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Francesco riceve in udienza i volontari della comunità 'Papa Giovanni XXIII' fondata da don Oreste Benzi e avverte: "Non asservire l'esistenza del nostro prossimo al conseguimento di questi obiettivi. La presenza di Dio segna la differenza tra la libertà del bene e la schiavitù del male"

Papa Francesco (Infophoto)
Papa Francesco (Infophoto)

Papa Francesco punta il dito contro "la miseria cieca di considerare scopo della propria esistenza la ricchezza materiale, la ricerca del potere e del piacere e di asservire la vita del prossimo al conseguimento di questi obiettivi". Lo fa ricevendo in udienza, nell'Aula Paolo VI in Vaticano, la comunità 'Papa Giovanni XXIII' fondata da don Oreste Benzi, per il quale è in avvio la causa di beatificazione.

"I vostri racconti - osserva il Papa - parlano di schiavitù e di liberazione, parlano dell’egoismo di quanti pensano di costruirsi l’esistenza sfruttando gli altri e della generosità di coloro che aiutano il prossimo a risollevarsi dal degrado materiale e morale". Per Francesco, sono "esperienze che mettono in luce le tante forme di povertà da cui purtroppo è ferito il nostro mondo; e che rivelano la miseria più pericolosa, causa di tutte le altre: la lontananza da Dio, la presunzione di poter fare a meno di Lui".

Sottolinea ancora il Papa: "E' la presenza del Signore che segna la differenza tra la libertà del bene e la schiavitù del male, che può metterci in grado di compiere opere buone e di trarne una gioia intima, capace di irradiarsi anche su quelli che ci stanno vicino. La presenza del Signore allarga gli orizzonti, risana i pensieri e le emozioni, ci dà la forza necessaria per superare difficoltà e prove. La fede sposta davvero le montagne dell’indifferenza e dell’apatia, del disinteresse e dello sterile ripiegamento su sé stessi. La fede apre la porta della carità facendoci desiderare di imitare Gesù, ci incita al bene, fornendoci il coraggio per agire".

Francesco loda don Benzi: "Il suo amore per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e gli abbandonati, era radicato nell’amore a Gesù crocifisso, che si è fatto povero e ultimo per noi. La sua coraggiosa determinazione nel dare vita a tante iniziative di condivisione in diversi Paesi sgorgava dal fiducioso abbandono alla Provvidenza di Dio; scaturiva dalla fede in Cristo risorto, vivo e operante, capace di moltiplicare le poche forze e le risorse disponibili, come un tempo moltiplicò i pani e i pesci per sfamare le folle", conclude il Papa.

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