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Pompei chiusa per le feste, Franceschini stoppa le polemiche: "E' così in tutto il mondo"

02 gennaio 2015 | 16.16
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"Sono chiusi per le due festività tra gli altri il Louvre, il British, la National Gallery di Londra, il Reina Sofia, l'Ermitage, il Met, i Musei Vaticani, l'Acropoli di Atene, Versailles". Sgarbi all'Adnkronos: "Il sito chiuso una scortesia verso i turisti". L'assessore Miraglia (Campania): "Chiusura di ieri un danno all'immagine"

 (Infophoto)
(Infophoto)

"Sono passati alcuni giorni dal dibattito sulle chiusure di Pompei per Natale e Capodanno e oggi puntualmente la polemica ricomincia, ignorando tutto quello che è stato scritto e detto non molto tempo fa, il 27 e 28 dicembre. Provo allora a spiegare di nuovo come stanno le cose non senza prima aver rilevato la stranezza di una polemica che riguarda solo Pompei. A Natale e Capodanno erano chiusi tutti i musei e luoghi della cultura statali". Lo afferma in una nota il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

"Perché nessuna riga o attacco sugli Uffizi chiusi? O Brera? O Paestum o Capodimonte e così via? - afferma il ministro - Temo che la risposta stia solo nel fatto che Pompei 'fa notizia' qualunque cosa accada, a meno che, ovviamente, non sia una notizia positiva, come il numero di cantieri di restauro aperti, il cronoprogramma europeo rispettato o il boom di presenze nel 2014".

"Allora provo a precisare di nuovo: l'accordo del giugno scorso coi sindacati - continua Franceschini - prevede un nuovo calendario definitivo di aperture straordinarie per Pasqua, Lunedì dell'Angelo, 25 aprile, Ferragosto e, con trattative annuali, anche il 1 maggio. Oltre a tutte le domeniche. Chiusi invece i musei per Natale e Capodanno. Scelta permanente, non solo per quest'anno, per evitare cambiamenti continui di calendario e soprattutto per allinearsi con quanto avviene in tutto il mondo. Sono chiusi per le due festività tra gli altri il Louvre, il British, la National Gallery di Londra, il Reina Sofia, l'Ermitage, il Met, i Musei Vaticani, l'Acropoli di Atene, Versailles. Chiusi per Natale anche il Moma, la Tate Modern, il Museo d'Orsay, il Gugghenheim".

"Potrei proseguire nell'elenco lunghissimo: tutti i grandi musei infatti - continua il titolare del Mibact - sanno bene che i comportamenti familiari e turistici di Natale e Capodanno non si conciliano con l'apertura dei musei e che comunque dovendo scegliere per ragioni contrattuali o di risorse, molto meglio tenere aperto in giornate primaverili o estive".

"L'anno scorso in Italia invece in quelle due giornate - aggiunge Franceschini - i musei statali erano aperti: a Natale andarono a Pompei 827, a Capodanno 2314 persone contro una media di 15/20000 di ogni prima domenica del mese. In tutta Italia andarono nei musei statali 12.376 persone a Natale, contro i 311.017 della prima domenica di dicembre 2014. Questi i numeri che hanno portato a questa scelta, permanente, ripeto".

"Gli arrivi a Pompei di alcuni pullman di turisti il giorno di capodanno derivano evidentemente da tour operator che, programmando e vendendo i pacchetti di viaggio con molti mesi di anticipo, non hanno rilevato il cambio di calendario deciso in giugno, e di questo mi dispiace. In ogni caso ci sarà ora tutto il tempo per sapere e informare al meglio sul calendario del 2015 e degli anni seguenti", conclude il ministro.

Ma per Vittorio Sgarbi, "Franceschini, che è un bravo ministro, dovrebbe valutare che i cancelli di Pompei chiusi a Capodanno sono un atto di scortesia nei confronti dei duemila turisti accorsi ieri agli scavi". E' quanto afferma Sgarbi all'Adnkronos, sottolineando che il principio che "tutti i musei in Italia e all'estero sono chiusi a Natale e Capodanno non è necessariamente valido per Pompei". Secondo il critico d'arte, si tratta "di servizi di importanza sociale, che non si interrompono per le feste, come gli alberghi e gli ospedali. Ci si organizza per dare la possibilità a tutti i lavoratori di festeggiare e magari si apre due ore dopo. Meglio aprire i cancelli a mezzogiorno, che non aprirli mai".

Per Sgarbi, piuttosto che chiudere a Capodanno "quando c'è certamente un afflusso, si può valutare un altro giorno qualsiasi del mese, con un minore flusso turistico, e consentire ai lavoratori di recuperare il festivo. E' normale che durante i giorni di festa la gente vada a visitare luoghi come Pompei, che si visitano proprio quando si è in vacanza", afferma il critico d'arte. E conclude: "Se proprio si deve chiudere, lo si decida per tempo, in modo da evitare che duemila persone vengano portate inutilmente a Pompei, vittime di una cattiva informazione".

Di "un danno di immagine per Pompei" parla l'assessore alla Cultura della Regione Campania, Caterina Miraglia, che definisce così la decisione di chiudere gli scavi di Pompei nel giorno di Capodanno, quando duemila turisti hanno trovato i cancelli del sito archeologico chiusi. "Se il Mibact ha ritenuto di non negoziare l'apertura degli scavi nei giorni di festa, è un problema", afferma Miraglia all'Adnkronos, esprimendo un "forte rammarico" perché "questi episodi danneggiano i grandi sforzi fatti dalla Regione Campania per l'immagine di Pompei".

Sforzi che, secondo l'assessore, hanno ottenuto dei risultati: "I duemila turisti arrivati ieri, contro i poco più di 800 degli anni scorsi, che comunque già bastavano da soli a giustificare l'apertura, dimostrano che come regione abbiamo fatto una buona politica di immagine. Purtroppo come assessorato non siamo competenti nella gestione del sito, che spetta al Mibact. Verifichiamo soltanto con tristezza l'incapacità del ministero di programmare".

Secondo Miraglia, le argomentazioni del ministro Dario Franceschini che altri siti mondiali come il British Museum o il Louvre chiudano nei giorni di festa "non sono plausibili. Intanto la decisione di chiudere - prosegue l'assessore - è presa con molto anticipo, mentre per Pompei fino al 22 dicembre ancora non si sapeva. Tant'è che gli operatori turistici non erano al corrente. Inoltre Pompei non è il British, che se pur di pari importanza culturale, è sempre un museo coperto, mentre qui c'è una città che non si può chiudere. Capisco che siamo in un momento di difficoltà economica, ma serviva fare un tavolo concordato con istituzioni ed enti locali per trovare una soluzione equilibrata, magari sacrificando altro. La Camera di Commercio di Napoli si era anche resa disponibile e coprire in qualche misura i costi dei guardiani. Insomma - conclude Miraglia - in questi casi servirebbe concordarsi tutti e fare valutazioni in tempi più precisi".

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