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Francia: Ebrei Milano, islamici italiani dicano anche 'je suis juif'

11 gennaio 2015 | 15.38
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"Così come abbiamo visto sfilare i cartelli 'Je suis Charlie' vorremmo veder sfilare i cartelli 'Je suis juif' ma anche 'Je sui flic'". E' quanto afferma il presidente della Comunita ebraica di Milano, Walker Meghnagi, rivolgendosi alle organizzazioni musulmane italiane.

"Dopo i tragici fatti di Parigi - spiega Meghnagi- il mondo libero si è mobilitato ponendosi al fianco della Francia colpita nel suo cuore. Ancora oggi sfileranno i rappresentanti delle democrazie internazionali al fianco del Presidente Hollande e tra questi c'è anche il nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi. Di questo ne siamo orgogliosi. La sera stessa stessa dell'attentato al giornale satirico rappresentati autorevoli del mondo ebraico italiano erano a Roma in piazza Farnese per gridare 'Je sui Charlie'. Altre manifestazioni pubbliche e spontanee riempiranno nei prossimi giorni altre piazze in Italia. Partecipa a questi avvenimenti anche il mondo dell'Islam che si dichiara contro il terrorismo e che ieri si è unito in piazza Duomo sotto le bandiere di Amnesty International e di Emergency. Abbiamo ascoltato l'urlo solidale nei confronti dei giornalisti ammazzati, ma nulla sulla strage del supermarket kosher dove sono stati ammazzati dalla stessa cellula fanatica, e in nome dell'Islam, ebrei in quanto ebrei. E' arrivato il momento di uscire dall'ambiguità. I leader del mondo islamico hanno il dovere di dichiarare anche che non si uccidono gli ebrei. Solo così potranno dimostrare di condividere con noi i valori dell'Europa libera che abbiamo costruito, nata sulle ceneri di Auschwitz".

Per questo, prosegue Meghnagi, "così come abbiamo visto sfilare i cartelli 'Je suis Charlie' vorremmo veder sfilare i cartelli 'Je suis juif' ma anche 'Je sui flic'. Oggi è il momento in cui il mondo musulmano che vive con noi ed in mezzo a noi può fare la differenza e può rompere il muro dell'odio del fanatismo e del terrorismo, che in nome dell'Islam predica odio e terrore contro i cosiddetti 'crociati e sionisti'".

"In questo ore, preoccupati dall'ondata islamofobica, abbiamo più volte detto, da ebrei, da italiani e da europei, che questa non è una lotta all'Islam ma contro il terrorismo. Abbiamo più volte teso la mano in favore del dialogo. Solo alcuni hanno risposto ai nostri appelli con determinazione come la comunità islamica del Coreis. Oggi vorremmo che tutte le organizzazioni islamiche in Italia senza alcun distinguo dicano che non si ammazzano i giornalisti, così come non si ammazzano gli ebrei o i poliziotti. Colgo l'occasione per formulare le condoglianze alla polizia francese per le morti subite", conclude il presidente degli ebrei milanesi.

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