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Giallo a Gratteri, il giovane potrebbe essere stato ucciso dal monossido di carbonio

26 gennaio 2015 | 08.02
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Al momento è la pista privilegiata. Il 23enne è stato trovato morto domenica mattina nella casa di campagna del nonno nel palermitano. Accanto al giovane, sul letto, in condizioni gravissime, c'era una 46enne con la quale il ragazzo aveva una relazione. La donna, che si è risvegliata dal coma, è stata interrogata

(INFOPHOTO)
(INFOPHOTO)

Prende sempre più corpo l'ipotesi dell'intossicazione da monossido di carbonio per la tragedia di Gratteri, il piccolo centro delle Madonie, in cui ieri mattina, all'interno di una casa di campagna, è stato trovato il cadavere di Giacomo La Cova, benzinaio di 23 anni. Accanto al giovane, sul letto, in condizioni gravissime, c'era una donna di 46 anni con la quale il ragazzo aveva una relazione.

L'ipotesi convince i carabinieri che stanno conducendo l'indagine coordinata dalla Procura di Termini Imerese (Palermo). Oggi gli inquirenti hanno ascoltato per circa un'ora la donna, che si è risvegliata dallo stato di coma in cui era stata ricoverata all'Ospedale Civico di Palermo. La 46enne ha raccontato gli ultimi istanti di vita del giovane. Ha spiegato agli inquirenti di avere incontrato La Cova dopo le 21 di sabato sera nel casolare del nonno del ragazzo. I due dopo avere acceso un braciere, posizionato davanti alla porta, sono andati a dormire.

Con ogni probabilità è stato il monossido di carbonio sprigionato dal braciere a uccidere il giovane, trovato con la schiuma sulla bocca e a provocare lo stato di incoscienza nella donna, ritrovata in stato comatoso. Sarà però l'autopsia a chiarire le cause di morte del 23enne.

L'esame autoptico verrà eseguito oggi pomeriggio all'istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo dal professor Paolo Procaccianti. "Aspettiamo l'esito dall'autopsia - si limitano a dire gli inquirenti - Solo dopo potremo parlare con certezza delle cause della morte. Ma propendiamo al momento alla tragedia causata dal monossido di carbonio".

I due sono stati trovati da un cugino del ragazzo, allertato dalla nonna che si era insospettita per la presenza delle due auto davanti all'abitazione. La procura di Termini Imerese ha aperto un'inchiesta condotta dai Carabinieri della Compagnia di Cefalù. Domenica sono stati ascoltati amici e parenti di La Cova e della donna.

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