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Shoah: a Roma i racconti dei sopravvissuti

26 gennaio 2015 | 14.34
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"Dobbiamo usare la memoria per poter guardare al futuro. Non dobbiamo permettere ai politici, come a chiunque altro, di portare avanti discriminazioni di qualsiasi tipo". Lo ha detto Paolo Masini, assessore Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione di Roma, in occasione dell'incontro di stamane presso l'Auditorium Antonianum per la Giornata della Memoria.

All'evento, a cui hanno partecipato numerosi studenti di alcuni istituti secondari della Capitale, erano presenti il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il rabbino capo Riccardo Di Segni e Yisrael Meir Lau, rabbino capo di Tel Aviv e autore del libro "Dalle ceneri alla storia". Con loro anche Piero Terracina e Sami Modiano, tra i sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz.

"In nome di ciò, dell'importanza di queste gocce di memoria, che chiederò a tutti voi di cancellare ogni scritta discriminatoria che macchierà le mura della nostra città, a cominciare da quelle omofobe apparse ultimamente - ha continuato Masini - Se continueremo a portare avanti queste azioni, allora onoreremo le persone che, adesso, ci stanno facendo dono di questi racconti".

"Il presente mi preoccupa: dov'è finita l'umanità? - ha chiesto Yisrael Meir Lau - Oggi, come allora, quando avvengono stermini e violenze, il mondo sta a guardare senza far nulla. Non abbiamo imparato niente se, purtroppo, ancora adesso è necessario sorvegliare scuole e sinagoghe per motivi di sicurezza"."Dopo la liberazione, sono riuscito a sopravvivere grazie a due valori fondamentali: l'amicizia e la solidarietà - ha raccontato Terracina nel corso della sua testimonianza - Oggi non ve n'è traccia, altrimenti non si spiegherebbero le continue stragi che avvengono verso minoranze come quella dei rom e sinti"."Da quando i sovietici ci hanno liberato, mi sono continuamente chiesto come mai io, e non altri, fossi riuscito a sopravvivere - ha affermato Modiano a conclusione del suo racconto, in cui ha ripercorso i momenti finali della sua prigionia all'interno del campo di Auschwitz - Ora lo so: per raccontare a tutti voi, soprattutto ai giovani, ciò che ho vissuto, affinché mai più nessuno debba vedere ciò che hanno visto i miei occhi".

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