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Tumori: attacco a 'motore' cancro prostata avanzato, in Italia nuovo farmaco

27 gennaio 2015 | 16.13
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Un'opzione in più 'nell'armadietto' degli oncologi per trattare, migliorando sopravvivenza e qualità di vita, i malati più difficili, rimasti a lungo "praticamente orfani di cure efficaci", sottolineano gli esperti oggi durante un incontro promosso a Milano da Astellas Pharma

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Un'arma per mirare dritto al 'motore' che fa crescere il cancro alla prostata, il recettore del testosterone. Dopo il fallimento della chemioterapia per i pazienti con carcinoma avanzato resistente alla castrazione è oggi disponibile in Italia un nuovo farmaco: enzalutamide, un agente ormonale di ultima generazione che si assume per via orale. Un'opzione in più 'nell'armadietto' degli oncologi per trattare, migliorando sopravvivenza e qualità di vita, i malati più difficili, rimasti a lungo "praticamente orfani di cure efficaci", sottolineano gli esperti oggi durante un incontro promosso a Milano da Astellas Pharma che ha messo a punto il farmaco, dispensato dal Servizio sanitario in fascia 'H', dietro ricetta non rinnovabile dei Centri ospedalieri o degli specialisti.

La nuova terapia aggiunge un tassello alle strategie disponibili contro il cancro della prostata, secondo per diffusione nella popolazione maschile europea dopo i tumori cutanei: rappresenta il 20% di tutti i tumori tra gli over 50 e la fascia più colpita è quella over 70, anche se nell'ultimo decennio sono in aumento i casi registrati tra i 60 e i 70 anni. Complessivamente il cancro alla prostata viaggia in Italia al ritmo di circa 42 mila nuove diagnosi l'anno e causa 8 mila morti. E se, con la diagnosi precoce e il contributo delle nuove tecnologie, fa in generale meno paura di un tempo (la sopravvivenza è di circa l'88% a 5 anni dalla diagnosi), è anche vero che oltre il 40% degli uomini colpiti sviluppa metastasi e, di questi, un numero elevato diventa resistente alla castrazione, ossia al trattamento di deprivazione androgenica.

Non mancano le diagnosi tardive: "Circa il 10-20% dei casi viene 'stanato' in fase già avanzata - spiega Paolo Marchetti, professore ordinario di Oncologia all'università Sapienza di Roma e direttore dell'Unità operativa complessa di oncologia medica dell'Azienda ospedaliera Sant'Andrea della Capitale - Questo dipende in parte dalla natura del tumore, le cui alterazioni nella parte più esterna della ghiandola prostatica non danno segni della patologia se non quando il tumore è molto cresciuto, in parte dalla carenza di indagini diagnostiche".

Oggi il paziente si trova davanti diverse strade, da modulare in base alle caratteristiche e al grado di aggressività della malattia: chirurgia, radioterapia, ablazione focale, ormonoterapia, chemio. "La terapia ormonale, uno dei cardini del trattamento farmacologico - spiega Francesco Montorsi, professore ordinario di Urologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano - fa leva sul ruolo che gli androgeni, in particolare il testosterone, giocano nella crescita, lo sviluppo e la proliferazione del tumore prostatico".

Enzalutamide inibisce in modo selettivo il recettore degli androgeni (testosterone), bloccandolo in maniera duratura nel tempo, ripristinando un controllo sulla cellula tumorale prostatica e inducendone in alcuni casi la morte. Il recettore degli androgeni è "il principale oncogene responsabile dell'aggressività della neoplasia - chiarisce Alfredo Berruti, professore associato di Oncologia medica all'università degli Studi di Brescia, Ao Spedali Civili - Il nuovo farmaco azzera la sua funzione stimolante agendo a più livelli: inibisce il legame recettore-testosterone, inibisce la traslocazione del segnale dal citoplasma all'interno del nucleo delle cellule e, da ultimo, inibisce la stimolazione del Dna a sintetizzare le proteine responsabili della crescita tumorale".

Nello studio Affirm, enzalutamide si è mostrato in grado di contrastare la crescita del tumore e delle metastasi, migliorando in maniera la sopravvivenza globale (4,8 mesi) rispetto al placebo (18,4 vs 13,6 mesi), con miglioramento della sopravvivenza libera da progressione radiografica, in pazienti che si dimostravano non più responsivi all'ormonoterapia tradizionale e alla chemioterapia. "Siamo un'azienda che investe il 17% del fatturato, quindi oltre un miliardo di euro l'anno, in ricerca - sottolinea Ermanno Buratti, direttore generale Astellas Pharma - enzalutamide, insieme ad altri prodotti, è il risultato di questo sforzo enorme".

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