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Arrestato il marito di Elena Ceste, il gip: "Movente è l'odio, per lui era una 'donna da raddrizzare'"

29 gennaio 2015 | 10.59
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E' accusato di omicidio e occultamento di cadavere. Nell'ordinanza si legge: "Pensava fosse una moglie e una madre inadeguata, infedele e inaffidabile. In lui freddezza sconcertante". La donna, scomparsa il 24 gennaio 2014, è stata trovata morta il 18 ottobre. Sarebbe stata uccisa in casa, forse strangolata

Elena Ceste
Elena Ceste

Omicidio premeditato volontario e occultamento di cadavere. Con queste accuse i carabinieri di Asti hanno arrestato Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, la donna scomparsa il 24 gennaio dello scorso anno e il cui corpo è stato trovato alcuni mesi fa poco lontano da casa. La richiesta di custodia cautelare è stata emessa dal gip su richiesta del pm. Al momento del fermo in casa non c'erano i quattro figli della coppia che intanto, con un provvedimento provvisorio sono stati affidati ai nonni materni.

A informarli dell'accaduto sono stati alcuni familiari che sono andati a prenderli a scuola accompagnati dai legali della famiglia Ceste e dagli assistenti sociali. Infine, dopo che mercoledì in procura ad Asti è stata depositata la perizia autoptica sul corpo della vittima, nei prossimi giorni, il magistrato dovrebbe dare il nulla osta ai funerali che la famiglia desidererebbe celebrare a Govone.

Quando i militari di Asti sono arrivati in casa Michele Buoninconti non ha detto nulla, ha fatto il borsone, e si è chiuso nel silenzio. Ora l'uomo, che è rinchiuso nel carcere di Asti, dovrà attendere l'interrogatorio di garanzia davanti al gip che ha cinque giorni di tempo per fissarlo e che potrebbe, quindi, svolgersi all'inizio della prossima settimana.

Da quanto si è appreso, a determinare l'arresto del 44enne, unico indagato, sarebbero stati gli elementi emersi in questi mesi di indagine, che avrebbero portato gli inquirenti ad escludere ogni altra ipotesi e a concentrarsi sul compagno della donna che si è sempre detto innocente.

Mercoledì è stata depositata infatti in procura ad Asti la perizia autoptica sul corpo della donna. Da indiscrezioni, è emerso che la perizia avrebbe confermato quello di cui gli inquirenti si erano già convinti nel corso delle indagini, cioè che Elena Ceste non si fosse né suicidata né che la sua morte fosse da attribuire a cause accidentali, di fatto quindi confermando l'ipotesi di morte violenta.

Inoltre secondo le ipotesi investigative, Elena Ceste con ogni probabilità sarebbe stata uccisa in casa lo stesso giorno della scomparsa, forse strangolata: sarebbe infatti deceduta per asfissia e non per annegamento. Il corpo sarebbe stato nascosto lo stesso giorno nel luogo dove è stato ritrovato. A contribuire alla svolta nelle indagini sarebbero state le analisi dei tabulati telefonici del cellulare dell'uomo e alcune intercettazioni.

Il movente sarebbe da ricercare ''nell'odio maturato nel tempo verso una donna" alla quale Buoninconti "aveva offerto una famiglia, una casa, la dignità del proprio lavoro, la condivisione dei guadagni e da cui, invece, era stato ripagato secondo la sua visione con vergogna, mortificazione e disonore". "La perdita di controllo della moglie ha innescato uno stato di profondo risentimento nell'indagato", si legge nell'ordinanza, un'ottantina di pagine con cui il gip ha disposto l'arresto dell'uomo, tanto che in lui "nasceva la convinzione che Elena Ceste fosse una moglie e una madre inadeguata a svolgere i propri compiti, una donna infedele e inaffidabile, dedica a coltivare relazioni virtuali con il computer, quindi 'da raddrizzare'''.

"Michele Buoninconti - si legge ancora - ha esercitato la massima violenza possibile verso una donna indifesa, schiva e inoffensiva, colpevole solo di aver messo in discussione la sua onnipotenza. Il suo volere incondizionato su tutto e su tutti''. ''Il castello di menzogne precostruito e successivamente attuato al fine di assicurarsi l'impunità, completamente incurante degli effetti che le sue azioni avrebbero comportato sui propri stessi figli, rivelano nell'indagato una freddezza sconcertante e costituiscono un sintomo della completa assenza di freni inibitori verso la brutalità''.

"Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini indicano in Michele Buoninconti l'autore delle gravissime condotte che gli vengono attribuite non essendo logicamente possibile formulare differenti teorie ricostruttive dotate di una seppur minima plausibilità", si sottolinea nell'ordinanza.

''Gli elementi di prova raccolti nel corso delle indagini portano ad affermare che Elena Ceste sia stata vittima di un omicidio consumato nella propria abitazione'', prosegue il provvedimento che escludendo, a seguito di riscontri, ipotesi alternative, quali un gesto anticonservativo o altre cause accidentali, indica che "l'unica ulteriore possibilità è che Elena Ceste è stata assassinata" e "il castello di menzogne e i vani tentativi di depistaggio posti in essere dall'autore dell'omicidio costituiscono un primo rilevantissimo argomento a sostegno della tesi accusatoria".

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