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Papa: tuona contro le elites della Chiesa, la fede non è un fatto privato

29 gennaio 2015 | 12.10
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"Quando nel popolo di Dio si creano questi gruppetti, pensano di essere buoni cristiani, anche - forse - hanno buona volontà, ma sono gruppetti che hanno privatizzato la salvezza", ammonisce Bergoglio nell'omelia durante la messa a Santa Marta

 - (Infophoto)
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Città del Vaticano, 29 gen. (Adnkronos) - Papa Francesco tuona contro le elites della Chiesa. Lo fa nel corso della messa celebrate a Santa Marta. "E’ quello che chiamiamo e che vediamo: ‘le élites ecclesiali’. Quando nel popolo di Dio si creano questi gruppetti, pensano di essere buoni cristiani, anche - forse - hanno buona volontà, ma sono gruppetti che hanno privatizzato la salvezza", ammonisce Bergoglio nell'omelia di cui riferisce Radio Vaticana.

Commentando la Lettera agli Ebrei, il Pontefice punta il dito contro le "forme sbagliate di vita cristiana. Ci sono dei criteri - osserva - per non seguire i modelli sbagliati. E uno di questi modelli sbagliati è privatizzare la salvezza. E’ vero, Gesù ci ha salvati tutti, ma non genericamente. Tutti, ma ognuno, con nome e cognome. E questa è la salvezza personale. Davvero io sono salvato, il Signore mi ha guardato, ha dato la sua vita per me, ha aperto questa porta, questa via nuova per me, e ognuno di noi può dire ‘Per me’."

Il Papa mette in guardia sul "pericolo di dimenticare che Lui ci ha salvato singolarmente, ma in un popolo. In un popolo. Sempre il Signore salva nel popolo. Dal momento che chiama Abramo, gli promette di fare un popolo. E il Signore ci salva in un popolo. Per questo l’autore di questa Lettera ci dice: ‘Prestiamo attenzione gli uni agli altri’. Non c’è una salvezza soltanto per me".

Il Papa indica tre criteri da seguire per evitare la cattiva strada: "la fede in Gesù che ci purifica, la speranza che ci fa guardare le promesse e andare avanti e la carità: cioè prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone.E quando io sono in una parrocchia, in una comunità - qualsiasi sia - io sono lì, io posso privatizzare la salvezza ed essere lì un po’ socialmente soltanto. Ma per non privatizzarla devo chiedere a me stesso se io parlo, comunico la fede; parlo, comunico la speranza; parlo, faccio e comunico la carità. Se in una comunità non si parla, non ci si dà animo l'uno all’altro in queste tre virtù, i componenti di quella comunità hanno privatizzato la fede. Ognuno cerca la sua propria salvezza, non la salvezza di tutti, la salvezza del popolo. E Gesù ha salvato ognuno, ma in un popolo, in una Chiesa".

"L’autore della Lettera agli Ebrei - ricorda il Papa - dà un consiglio pratico molto importante: non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare. Questo accade quando noi siamo in una riunione - nella parrocchia, nel gruppo - e giudichiamo gli altri, c’è una sorta di disprezzo verso gli altri. E questa non è la porta, la via nuova e vivente che il Signore ha aperto, ha inaugurato".

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