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"Siete tutti terroristi". Dopo Parigi crescite del 40% le discriminazioni contro i musulmani

29 gennaio 2015 | 14.15
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Allarme della comunità araba in Italia: "Soprattutto frasi ostili a scuola verso ragazzini stranieri, pronunciate dai compagni di classe". E poi sui mezzi di trasporto e nei luoghi di lavoro. Un fenomeno in aumento influenzato da "strumentalizzazioni politiche che alimentano la psicosi terrorismo". Milano la città più islamofoba

(Infophoto) - INFOPHOTO
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"Siete tutti terroristi"; "io non sono per niente razzista ma lo sto diventando". Ragazzini autori di parole ostili nei confronti dei compagni di scuola di origine araba o musulmani, sentite magari il giorno prima in famiglia o davanti alla tv. Idem sui campetti di calcio. Un fenomeno in crescita, figlio della psicosi da terrorismo, assicura all'Adnkronos Foad Aodi, presidente della Comai (Comunità del mondo arabo in Italia). "L'islamofobia è in aumento già dalle vicende che vedono protagonista l'Isis - evidenzia Aodi- Poi dopo i fatti di Parigi, abbiamo constatato un picco: da un nostro studio emerge che sono cresciute del 40% le pratiche di discriminazioni nei confronti di arabi o musulmani". Un fenomeno che "ci allarma e ci angoscia. E per questo abbiamo chiesto un incontro urgente al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini", aggiunge.

"I nostri sportelli Comai hanno raccolto moltissime segnalazioni di discriminazioni verso cittadini appartenenti alla comunità araba o musulmana". Da qui è stato possibile estrapolare una statistica che vede "soprattutto giovani nel mirino - sono il 40% - che ricevono messaggi ostili dai compagni di scuola". Colpiti "addirittura bambini di 5 anni e fino a ragazzi di 17". Tanti poi i "pregiudizi nei confronti di ragazzine che portano il velo", dice Aodi.

"Un altro 20% delle segnalazioni raccolte è legato a fobie generali. E' quel genere di atteggiamenti ostili che si verifica in aerei, treni bus: c'è per esempio chi cambia posto quando vede il vicino con la barba lunga". Poi il "25% di provocazioni o frasi infelici avvengono sui posti di lavoro, condomini e nelle zone delle moschee". Un altro 15% si riferisce a segnalazioni varie.

Ma qual è la città più islamofoba? "Milano, seguita da Brescia", risponde Aodi. "La maggior parte delle segnalazioni che raggiungono gli sportelli regionali - specifica - avviene in Lombardia. Poi Veneto, Trentino, Sardegna e Marche".

L''islamofobia' in crescita è un fenomeno influenzato, secondo il presidente della Comai, anche dalle "strumentalizzazioni politiche che cavalcano l'onda della fobia, con la Lega in prima linea. Noi rimandiamo al mittente le provocazioni - afferma il presidente della Comai - E' irresponsabile soffiare sul fuoco, penalizzando la pacifica convivenza. Le frasi di Salvini sono pericolose perché non si può giocare sulla pelle degli immigrati, andando così ad alimentare atteggiamenti xenofobi e psicosi terrorismo".

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