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L'inverno punge, temperature a picco da nord a sud. Rischio neve in centro Italia

01 febbraio 2015 | 09.33
LETTURA: 4 minuti

L’arrivo di aria più fredda, che interesserà anche le regioni meridionali, favorirà nevicate a quote collinari. Criticità rossa per alcune zone della Basilicata. Grandine mista a nevischio in alcune zone della Capitale. Coldiretti: milioni di danni alle infrastrutture

(Foto AdnKronos)
(Foto AdnKronos)

Allarme meteo sulla Penisola, con precipitazioni, anche a carattere temporalesco, che continueranno a colpire diverse regioni italiane, in particolare quelle del centro-sud, a causa della vasta depressione atlantica attualmente posizionata su gran parte dell’Europa. Oltre a piogge e temporali, l’arrivo di aria più fredda, che interesserà anche le regioni meridionali, favorirà nevicate a quote collinari sul Friuli Venezia Giulia, sulle regioni centrali e sulla Sardegna. Grandine mista a nevischio in alcune zone della Capitale dove gli uomini dell'Ama sono al lavoro per ripulire i tombini dalle foglie.

La Protezione civile ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse che integra ed estende quelli diffusi nei giorni scorsi. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche in alcune zone del Paese. Inoltre, dalle prime ore di oggi, si prevedono nevicate fino ai 300-500 metri – ma localmente anche a quote più basse – su Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio e Sardegna, con apporti al suolo da deboli a moderati.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per oggi criticità rossa per rischio idrogeologico localizzato su buona parte della Basilicata e arancione per rischio idraulico sulla parte restante della regione, oltre che sulle zone del basso Ofanto in Puglia.

Ancora criticità arancione, ma per rischio idrogeologico, è stata valutata per oggi sui bacini interni di Abruzzo, su gran parte della Campania tirrenica, su quasi tutto il territorio calabrese e su molte zone della Sardegna occidentale.

Per la giornata di oggi, invece, criticità arancione è indicata sempre sui bacini interni abruzzesi, su gran parte della Campania tirrenica e su quasi tutta la Calabria. Infine, sempre per domani, è stata valutata criticità gialla sul Friuli orientale e su quasi tutti i settori centro-meridionali dell’Italia, dalla Toscana alla Calabria, comprese le due isole maggiori.

Allarme Coldiretti - ''L’ondata di maltempo con neve, temporali e grandine ha provocato milioni di danni alle infrastrutture, alle aziende agricole e agli allevamenti nelle campagne''. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che ''la perturbazione ha colpito a macchia di leopardo con allagamenti di stalle e terreni agricoli per effetto delle esondazioni ma anche per le precipitazioni violente spesso accompagnate da grandine mentre il brusco abbassamento delle temperature in molte zone vocate mette a rischio le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli''.

''La discesa della colonnina di mercurio avviene dopo che il 2014 si e' chiuso posizionandosi al primo posto tra gli anni piu' caldi degli ultimi due secoli in Italia, a conferma dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano anche - continua la Coldiretti - con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense con vere e proprie bombe d’acqua e un maggiore rischio per gelate tardive. Una situazione che mette a rischio anche la stabilità idrogeologica con l'82 per cento dei Comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni''.

''A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno - conclude la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento''.

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