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Crocetta: "Saranno in molti a pagare per bimba morta"

13 febbraio 2015 | 11.36
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Il presidente della Regione siciliana torna a parlare del caso di Catania: "Non escludo la sospensione dell'accreditamento della clinica privata". Borsellino: "Accerteremo le responsabilità". Acoi: "Non fatalità ma effetto di gravissime carenze"

INFOPHOTO - INFOPHOTO
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''A pagare saranno in molti e non guarderemo in faccia nessuno, statene certi''. Lo ha detto all'Adnkronos il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta tornando a parlare, dall'estero, della morte della neonata di Catania avvenuta per l'indisponibilità di un reparto di rianimazione neonatale nel capoluogo etneo. Crocetta annuncia anche di ''non escludere la sospensione dell'accreditamento della clinica privata'' in cui è nata la bambina e ''provvedimenti disciplinari''.

Ma invita anche il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin a ''rivedere le normative obbligatorie per le cliniche private che devono avere la rianimazione neonatale esattamente come avviene nel pubblico''. ''Se una struttura privata vuole svolgere l'attività deve avere assolutamente la rianimazione -dice Crocetta- per evitare che possano accadere nuovamente fatti del genere''.

E aggiunge: ''Noi come Regione siciliana -prosegue Crocetta- abbiamo preteso dal governo nazionale il potenziamento delle rianimazioni. Il ministero della Salute deve adesso regolare queste normative e prevedere l'obbligo della rianimazione anche nelle strutture private. Non solo. Deve essere anche previsto che ad ogni parto deve essere allertata una struttura collegata''.

Secondo Crocetta ''è allucinante quello che è accaduto, ma anche il comportamento che hanno avuto diversi ospedali che non hanno ricoverato la bambina con problemi respiratori. Questa è un'omissione grave. Chiunque ha sbagliato deve pagare. Mi risulta che non sia stato allertato neanche il 118. Tutto questo è assurdo. Ma ribadisco anche che va rivista la normativa italiana che obbliga le strutture private ad avere la rianimazione''.

Quanto alla revoca dell'accredito alla clinica Gibiino in cui è nata la piccola Nicole, l'assessore alla Sanità della Sicilia Lucia Borsellino assicura ai gionalisti: "sarà nostro compito accertare tutti i livelli di responsabilità al fine di valutare i provvedimenti da assumere...". E nel caso dovessero essere accertate responsabilità, precisa, "utilizzerò tutti gli strumenti a mia disposizione, lo dico alla famiglia di Nicole da madre e da assessore".

"E' ancora troppo presto per avere degli elementi di certezza, oggi abbiamo acquisito i primi elementi di valutazione per avere il quadro più chiaro possibile - dice Borsellino - Un fatto incontrovertibile e su cui si è convenuto è che la programmazione sanitaria già da anni ha recepito le indicazioni ministeriali in tema di urgenza neonatale. Non ci sono tagli. Anzi la nuova rete ospedaliera prevede un numero maggiore di posti letto per terapia neonatale superiore agli standard nazionale".

La tragedia di ieri, commenta il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, "ha messo in luce l'incapacità del sistema di dare risposte alle persone e dice come la modalità con cui si è affrontato il tema del risanamento del bilancio è una modalità sbagliata".

La tragica morte di una neonata a Catania, afferma Diego Piazza, presidente dell'Acoi, Associazione chirurghi ospedalieri italiani, "non può essere considerata una fatalità, ma la conseguenza di una miscela letale. Non analizzare e correggere gli elementi della miscela che hanno causato la enorme falla nel sistema, per applicare l'italico scaricabarile, è criminale, perché non pone in essere le condizioni per prevenire il ripetersi di simili tragedie". Ma quali sono gli elementi della miscela sotto accusa, secondo l'Acoi? "I tagli dei posti letto di rianimazione e di Utin (Unità di terapia intensiva neonatale) innanzitutto. A causa dei tagli lineari sui posti letti e con il mancato turnover del personale medico ed infermieristico, molti posti letto di rianimazione sono solo virtuali".

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