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Camorra: morto boss Casalesi Carmine Schiavone

22 febbraio 2015 | 13.46
LETTURA: 3 minuti

L'ex capo clan dei Casalesi, a lungo collaboratore di giustizia, è deceduto nel viterbese, probabilmente per un infarto. Nel 1996, nell'audizione choc davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, dichiarò: "Tra 20 anni gli abitanti di Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno saranno tutti morti di cancro". Don Patriciello: "Schiavone un boss con la nostalgia di Dio"

Carmine Schiavone
Carmine Schiavone

E' morto Carmine Schiavone, l'ex boss del clan dei Casalesi, per anni collaboratore di giustizia, le cui dichiarazioni da pentito sul traffico di rifiuti tossici in Campania hanno svelato molti particolari su quella che oggi viene chiamata Terra dei fuochi. Schiavone è deceduto nel viterbese, probabilmente per un infarto.

Carmine Schiavone, 71 anni, cugino di Francesco Schiavone, alias 'Sandokan', è stato il "cassiere" dei Casalesi, per i quali ha amministrato imprese, soprattutto del settore calcestruzzi.

Ragioniere, sposato con sette figli, Schiavone 'si pente' perché, come racconterà lui stesso, ritiene di essere stato 'tradito' dal clan. Schiavone, infatti, viene arrestato nel luglio del 1991, e poi, ottenuti i domiciliari, una seconda volta l'anno successivo con l'accusa di evasione: viene infatti sorpreso in Puglia invece che a Casal di Principe. E' proprio questa circostanza a fargli sospettare che qualcuno l'abbia 'venduto' e a spingerlo a collaborare: è il 1993 e con le sue dichiarazioni l'ex boss darà vita al processo Spartacus, che porterà alla condanna, tra gli altri, di Sandokan, Michele Zagaria e Francesco Bidognetti.

Nell'ottobre del 1996 l'ex boss viene sentito dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e racconta come i clan avvelenarono la Campania: le tragiche verità raccontate da Schiavone, però, arriveranno all'opinione pubblica solo nel 2013, quando finalmente il verbale con le sue dichiarazioni sarà desecretato.

Rifiuti radioattivi in un ''terreno su cui oggi ci sono i bufali e su cui non cresce l'erba'' vicino alla superstrada, rivelava Schiavone nell'audizione choc davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta. A quanto spiegava Schiavone alla Commissione, per il clan di Casal di Principe l'affare dei rifiuti divenne ''autorizzato'' solo dal 1990 in poi. Tuttavia, precisava il pentito, ''quel traffico veniva già attuato in precedenza e gli abitanti del paese rischiano di morire tutti di cancro entro 20 anni; non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via avranno forse 20 anni di vita''.

Nel 2008 il nome di Carmine Schiavone viene collegato alle minacce arrivate all'autore di Gomorra, Roberto Saviano, circostanza però dal boss sempre smentita e che non ha mai trovato riscontri.

Quando finisce il programma di protezione, Schiavone si trasferisce nel viterbese con la famiglia. Ma il suo nome non viene dimenticato: sono varie le interviste choc rilasciate dall'ex boss, che, dopo avere raccontato da 'pentito' le sue verità ai magistrati, racconterà le stesse cose alla stampa una volta terminata la collaborazione.

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