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Lega e Casapound in piazza, Roma blindata

28 febbraio 2015 | 12.14
LETTURA: 8 minuti

A piazza del Popolo militanti del Carroccio al grido 'Renzi a casa'. Il leader della Lega: "Gli immigrati riportateli a casa loro. Non c'è spazio per i campi rom, mandiamo le ruspe". Poi annuncia: "Gruppo con Le Pen a Bruxelles e Strasburgo". Da Renzi a Fornero un 'vaffa' per tutti. E alla Giannini consiglia libri per la scuola. In piazza anche il Sud ma mancano Celti e secessionisti. Neofascisti: "E' l'unico leader". Spuntano cartelli con l'immagine di Benito Mussolini. Nella Capitale blindata da 4mila uomini delle forze dell'ordine Sfila il contro-corteo dei Centri sociali /Foto /Video 1, 2, 3

Roma, 28 febbraio 2015. Piazza del Popolo. Manifestazione della Lega Nord 'Renzi a casa'. Con Matteo Salvini (Foto Adnkronos/Cristiano Camera)
Roma, 28 febbraio 2015. Piazza del Popolo. Manifestazione della Lega Nord 'Renzi a casa'. Con Matteo Salvini (Foto Adnkronos/Cristiano Camera)

"Renzi è solo una pedina, il servo sciocco di chi, da Bruxelles, vuole controllare e amministrare l'economia italiana". Matteo Salvini a valanga dal palco della manifestazione della Lega a Roma si è scagliato contro lo Stato, il governo e l'Ue. "Non è il problema Renzi, né tanto meno Alfano, che poi è un problema per se stesso. Il problema è questa Europa che vuol decidere per noi", ha rimarcato il leader del Carroccio.

Quando, aprendo il suo discorso, ha citato Renzi la piazza ha risposto in coro con un 'vaffa', ripetuto ogni volta che il nome del premier veniva citato sul palco, anche durante gli interventi degli altri oratori. Salvini ha scherzato con il pubblico: "Non fatelo altrimenti ci dicono che siamo maleducati e poi Renzi inventa una tassa pure su questo".

Poi un lungo intervento dal palco. Quella della Lega oggi a Roma "è la sfida a Renzi in casa sua. Renzi ha scelto i grandi: Confindustria, Autostrade, Marchionne, le società di giochi d'azzardo ed Equitalia. Noi no". "Da piazza del Popolo - ha scandito - lanciamo la sfida dell'Italia dei piccoli, dei medi, degli artigiani, degli imprenditori e dei produttori. Da Roma parte la sfida per conquistare il Paese".

L'attacco al presidente del Consiglio è arrivato anche sulla riforma Rai. "Sai che risparmio con un solo telegiornale - ha ironizzato - questi infami ci stanno rubando la democrazia. Facile fare la morale col portafoglio pieno a sinistra".

Salvini a piazza del Popolo ha rispolverato tutti i temi cari al Carroccio. "Il primo ladro che c'è in Italia si chiama Stato", ha detto tra gli applausi dei militanti. Poco dopo ha rincarato la dose dando allo Stato dello "strozzino".

Nel suo intervento ha preso di mira anche la legge Fornero: "Prendo con voi un impegno: la cancelleremo e vaffa... alla Fornero e a chi l'ha portata al governo".

Salvini ha parlato di immigrati ("riportateli a casa, non ne può sbarcare più nemmeno uno") e se l'è presa con i rom: "No ai campi rom. Basta. Andate a fare i rom da qualche altra parte, prima vengono i nostri disoccupati. Domani mi arriverà una diffida della presidenza del Consiglio, ma io mi ci soffio il naso. Nella nostra Italia non c'è spazio per i campi rom". "Mandiamo una lettera a questi signori - ha aggiunto tra gli applausi - 'fra tre mesi ti arrivano le ruspe, organizzati'. La casa la compri, fai un mutuo, fai domanda per la casa popolare, vai a fare il rom da un'altra parte".

Salvini si è inoltre scagliato contro "leggi sbagliate" alle quali non bisogna obbedire, ma disobbedire finché non vengono cambiate. E in Italia di leggi sbagliate ce ne sono tante". Ad esempio, "cambieremo la legge sull'eccesso di legittima difesa, non esiste un eccesso di legittima difesa. Se entri a casa mia in piedi sai che puoi uscirne steso. Non sono cose cattive, ma cose normali".

Nel mirino del leader leghista anche i contro-manifestanti che hanno sfilato al corteo 'MaiconSalvini': "Ci volevano fermare, quattro barboni con quattro petardi. Ma andassero a lavorare...".

E ha dato i numeri dell'appuntamento capitolino secondo la Lega. "Siete centomila, fatevi sentire - ha incitato - Se ci crediamo tutti insieme, se lo facciamo tutti, possiamo davvero raggiungere il 51% e mandare Renzi a lavorare nell'aziendina di famiglia. A lavorare manderemo anche il ministro Boschi, magari nella banca dove il papà era vicepresidente e che qualcuno ha cercato di aiutare". "Il problema delle alleanze non me lo pongo - ha rimarcato ancora - Sarà che ora penso ad allearmi con sessanta milioni di italiani. Cosa farà Fi lo vedremo. Non sarò io a mettere veti o a dare lezione".

Quindi un nuovo attacco all'Europa. "Entro poche settimane - ha annunciato - nascerà anche a Bruxelles e a Strasburgo un gruppo guidato da Marine Le Pen e dalla Lega. Faremo un mazzo così ai burocrati europei". Con Le Pen "saremo in giro, nelle piazze di tutta Europa. Noi andiamo a Bruxelles e la smontiamo, e ci prendiamo una moneta più giusta".

Nel suo intervento il leader del Carroccio ha avuto anche parole per Umberto Bossi: "Io non sono come Renzi, non sputo nel piatto dove ho mangiato. Io da qui ringrazio Umberto Bossi per avermi aperto gli occhi e avvicinato a questo sogno". Ed ha ricordato anche Gianfranco Miglio e Roberto Maroni.

Salvini ha chiuso la manifestazione della Lega a Roma con una felpa nera con su scritto 'Marò liberi subito'. Anche dal palco il leader del Carroccio ha ricordato i due fucilieri in India: "Riportiamoli in Italia e mandiamo lì Renzi".

A piazza del Popolo, colorata di verde e bianco da bandiere e striscioni, spiccavano le magliette autografate da Salvini con la scritta 'Renzi a casa!', mantra della manifestazione alla quale sono stati invitati anche gli esponenti di Casapound arrivati in alcune centinaia. In piazza qualche cartello con l'immagine di Benito Mussolini che fa il saluto romano. Accanto la scritta 'Salvini ti aspettavo'.

Presenti in piazza anche alcuni rappresentanti del movimento 'Noi con Salvini' provenienti dalla Sicilia e dalla Calabria, e Flavio Tosi, il sindaco 'ribelle' di Verona.

Casapound si è schierata a sostegno del leader della Lega. "Condividiamo ogni singola parola - ha detto dal palco il vice leader di Casapound Simone Di Stefano - del progetto di Matteo Salvini. Un progetto che si fonda su tre capisaldi: no euro, stop agli immigrati e gli italiani prima di tutto. Dunque noi sosteniamo assolutamente Salvini, l'unico leader da contrapporre a Renzi. Non ce ne sono altri, e siamo convinti che uniti arriveremo presto alla vittoria".

CORTEO 'MAICONSALVINI' - Oggi è stato anche il giorno della contromanifestazione che ha raccolto tra gli altri i movimenti di lotta per la casa, i centri sociali, studenti, immigrati. Il corteo 'MaiconSalvini' è partito da piazza Vittorio. In testa al corteo, 'scortato' dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa, lo striscione 'No alle politiche di austerità, no al governo Renzi. #MaiconSalvini. Roma non ti vuole'. C'era anche un gommone con la scritta 'Roma ti respinge'. Tra le bandiere anche quelle No Tav. Molti commercianti, al passaggio in via Cavour, hanno deciso di chiudere la propria attività. Arrivato a piazza Sant'Andrea della Valle il corteo ha poi invertito la rotta per tornare indietro verso piazza Venezia. Giunto quindi al Colosseo, ha proseguito ancora fino al quartiere San Lorenzo. "Siamo tantissimi - hanno riferito gli organizzatori - un fiume in piena". A San Lorenzo il corteo si è concluso con i manifestanti che intonavano il coro "siamo tutti antifascisti".

4MILA UOMINI DELLE FORZE DELL'ORDINE - "Non condivido nulla di ciò che dice Matteo Salvini - aveva detto prima delle manifestazioni il ministro dell'Interno e leader del Nuovo centrodestra Angelino Alfano - ma il suo diritto a manifestare è sacro perché è un pezzo importante della democrazia italiana e dunque proteggeremo questo suo diritto. Per questo impiegheremo 4.000 uomini delle forze dell'ordine per proteggere la sua manifestazione, i luoghi e per impedire che chi ha voglia di usare la violenza possa interferire contro la manifestazione della Lega". Poi, terminate le manifestazioni, che "si sono concluse bene", Alfano ha rivolto "un sentito ringraziamento alle forze dell'ordine".

Anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha espresso apprezzamento e ringraziamento al questore e ai tutti i funzionari e operatori delle forze dell'ordine in campo "che hanno garantito lo svolgimento sereno dei due eventi, dimostrando grande capacità e professionalità".

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