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Chiesa: manuale per 'pastori smarriti', no agli eremiti e agli yes man, banditi i pettegoli

05 marzo 2015 | 16.07
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Iniziativa per stimolare il prete di oggi ad approfondire l'aspetto relazionale, superando così i vuoti di formazione e di relazione. 'Non abbiate paura delle tenerezza' si deve a don Romolo Taddei, sacerdote psicoterapeuta specializzato in psicologia della Gestalt.

Chiesa: manuale per 'pastori smarriti', no agli eremiti e agli yes man, banditi i pettegoli

No ai preti 'eremiti' incapaci di rapportarsi con la comunità. Attenzione a non cadere nel pettegolezzo o ad essere troppo accondiscendenti, insomma degli 'yes man', sempre in equilibrio "per piacere a tutti". Bando all'autoreferenzialità e all''orgasmo pastorale' del 'fare-fare-fare' tipico di chi ha troppa frenesia. Arriva il manuale per i pastori smarriti scritto sottoforma di training che vuole stimolare il prete di oggi ad approfondire l'aspetto relazionale, superando così i vuoti di formazione e di relazione. Il training per presbiteri 'Non abbiate paura delle tenerezza' si deve a don Romolo Taddei, sacerdote psicoterapeuta specializzato in psicologia della Gestalt.

Nel manuale, il prete psicoterapeuta mette in guardia dal narcisismo, vale a dire da quei comportamenti propri di chi è "attratto dalla tentazione del potere, dal bisogno di sentirsi eccezionale, speciale per vocazione, per compito, per doti, per santità di vita. Alla ricerca continua di conferme da parte degli altri". Un monito ancor più necessario perchè, per dirla con il prete psicoterapeuta, "difficilmente un narcisista va in terapia. Fa le cose per se stesso: perchè gli piacciono e lo soddisfano, non perchè lo realizzano". E' affetto da una sorta di 'orgasmo pastorale di progetti: fare-fare-fare perdendo il contatto con la natura".

invito ad esternare le frustrazioni, attenzione a non diventare 'analfabeti dei sentimenti'

Nello speciale training, il sacerdote viene invitato all'esperienza di 'andare oltre' basata sul principio del dono. Da qui l'invito a mettere nero su bianco una lista di difetti dei confratelli o dei comportamenti che provocano sospetti, risentimenti, arrabbiature. Ecco cosa dovranno scrivere i preti del collega: 'A me non piaci quando agisci di testa tua, senza consultarmi; quando lasci la canonica senza dirmi dove stai andando; quando mi critichi davanti agli altri...'.. Un vero e proprio invito ad esternare le frustrazioni: 'Mi piacerebbe sentirmi partecipe delle cose che si decidono per la parrocchia; mi piacerebbe che tu mi comunicassi per tempo le cose da affrontare, in modo tale da poterci confrontare'.

Il manuale invita alla concretezza e dice no ai preti sognatori: "è necessario poggiare i piedi per terra e non essere dei facili sognatori". Tra le esperienze suggerite c'è anche quella di scrivere una lettera a Dio: "Vi invito a dirgli cosa vivete in questo periodo della vostra vita', si legge nel manuale. Il prete psicoterapeuta invita a prendere spunto da 'Scene da un matrimonio' di Bergman e a non essere degli 'analfabeti dei sentimenti'. "Senza la tenerezza - scrive don Taddei nel training per presbiteri - non esiste amore pieno e pienamente umano".

'imparare a complimentarsi per una bella omelia, telefonare per il compleanno o l'onomastico del confratello'

Massima attenzione all'autoreferenzialità. Ecco allora l'invito ad andare oltre "il proprio punto di vista". Bando ai risentimenti: è bene fare sapere se si sta vivendo "un particolare periodo di chiusura, di delusione e di scoraggiamento nei confronti del vescovo o della comunità" e chiedere aiuto. Importante anche per un sacerdote è dare un nome alle proprie emozioni. Da qui l'invito a "verbalizzare" i sentimenti. Tra gli itinerari suggeriti, una sorta di decalogo della gentilezza, non solo a parole, da attuare nei confronti dei confratelli.

Alcuni esempi: 'complimentatevi per un'omelia che vi ha particolarmente colpito; offritevi di aiutare un vostro confratello quando è stanco; telefonate in occasione di onomastici, compleanni o anniversari di ordinazione sacerdotale; provate a parlare bene di un confratello; ridestate le potenzialità nascoste in un confratello o in un parrocchiano, sostenetene la vitalità, confermandolo e corresponsabilizzandolo".

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