Un piccolo capriolo a spasso con uno scialpinista in val di Roia, nei pressi di passo Resia, in provincia di Bolzano. A immortalare questo momento Stefan Plangger, guida alpina altoatesina e fotografo naturalista. Enrico Alleva, etologo dell'Accademia dei Lincei: "Nei mammiferi c'è un'adozione naturale"
Un piccolo capriolo a spasso con uno scialpinista in val di Roia, nei pressi di passo Resia, in provincia di Bolzano. A immortalare questo momento Stefan Plangger, guida alpina altoatesina e fotografo naturalista. Protagonista dello scatto sarebbe un tedesco che ha raccontato che il capriolo è stato allevato dal suo cane e ora sono inseparabili.
"Nei mammiferi, come nell'esempio di Romolo e Remo con il lupo o come Mowgli del Libro della Giungla, c'è un'adozione naturale - spiega all'AdnKronos, Enrico Alleva, etologo dell'Accademia dei Lincei - dovuta al fatto che nella mente dell'animale c'è un'idea di cucciolo che si basa su un essere che abbia la testa grande rispetto al proprio corpo, che abbia degli occhi grandi rispetto alla propria testa, che si muova goffamente e che emetta dei suoni come vagiti. Queste caratteristiche combinate possono fare scattare un accudimento da parte di una femmina adulta, come succede nei cani che hanno una gravidanza isterica e adottano una pantofola o un orsetto perché ha più o meno la forma e la dimensione di un cucciolo".
"Mi stupirei però - precisa - se non ci fosse stato un intervento dell'uomo sul latte per esempio. Non credo - sottolinea - che il cane abbia fatto tutto da solo e questo porta gli animali adottati a sentirsi parte del gruppo, del branco".