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8 marzo: Papa, è sterile un mondo dove le donne sono emarginate

08 marzo 2015 | 12.39
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Il Pontefice al termine dell'Angelus saluta tutte coloro "che ogni giorno cercano di costruire una società più umana e accogliente. Vedono oltre, ci trasmettono la capacità di capire con un cuore più paziente e più tenero"

Papa Francesco (AFP/Andreas Solaro)
Papa Francesco (AFP/Andreas Solaro)

Papa Francesco, nel giorno dell'8 marzo, celebra tutte le donne. "Un mondo dove le donne sono emarginate è sterile - dice il Pontefice parlando a braccio in piazza San Pietro - perché le donne vedono oltre, ci trasmettono la capacità di capire con un cuore più paziente e più tenero". "Oggi, 8 marzo - dice dopo l'Angelus - un saluto a tutte le donne che ogni giorno cercano di costruire una società più umana e accogliente. E un grazie fraterno a quelle che in mille modi testimoniano il Vangelo e lavorano nella Chiesa. A tutti auguro una buona domenica. Non dimenticate, per favore, di pregare per me".

La preghiera dell'Angelus - Comportiamoci in maniera tale che il Signore "si senta a casa nella nostra vita", dice papa Francesco nella III domenica di Quaresima, affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini arrivati in piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale. Bergoglio commenta il Vangelo di Giovanni che presenta l'episodio della cacciata dei venditori dal tempio.

"Gesù 'fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi'. Tale gesto - evidenzia il Papa - suscitò forte impressione, nella gente e nei discepoli. Chiaramente apparve come un gesto profetico, tanto che alcuni dei presenti domandarono a Gesù: 'Quale segno ci mostri per fare queste cose?' – cioè un segno divino, prodigioso che accreditasse Gesù come inviato da Dio. Ed Egli rispose: 'Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere'. Gli replicarono: 'Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?'". L'episodio raccontato nel Vangelo serve al Papa per dire che "non avevano compreso che il Signore si riferiva al tempio vivo del suo corpo, che sarebbe stato distrutto nella morte in croce, ma sarebbe risorto il terzo giorno".

"In effetti - osserva papa Francesco - questo gesto di Gesù e il suo messaggio profetico si capiscono pienamente alla luce della sua Pasqua. Abbiamo qui, secondo Giovanni, il primo annuncio della morte e risurrezione di Cristo: il suo corpo, distrutto sulla croce dalla violenza del peccato, diventerà nella Risurrezione il luogo dell’appuntamento universale tra Dio e gli uomini. Per questo la sua umanità è il vero tempio, dove Dio si rivela, parla, si fa incontrare; e i veri adoratori di Dio non sono i custodi del tempio materiale, i detentori del potere e del sapere religioso, ma coloro che adorano Dio 'in spirito e verità'".

Da qui il monito di Bergoglio: "Camminiamo nel mondo come Gesù e facciamo di tutta la nostra esistenza un segno del suo amore per i nostri fratelli, specialmente i più deboli e i più poveri, noi costruiamo a Dio un tempio nella nostra vita. E così lo rendiamo 'incontrabile' per tante persone che troviamo sul nostro cammino. Così tanta gente incontrerà Gesù nella nostra testimonianza. Ma - ci domandiamo - il Signore si sente veramente a casa nella nostra vita? Gli permettiamo di fare 'pulizia' nel nostro cuore e di scacciare gli idoli (cioè gli atteggiamenti di cupidigia, gelosia, mondanità, invidia, odio, quell'abitudine di chiacchierare) che forse si sono insediati? Ognuno può rispondere per se stesso, in silenzio nel suo cuore". Il Papa ricorda che "Gesù conosce quello che c’è in ognuno di noi, e conosce pure il nostro più ardente desiderio: quello di essere abitati da Lui, solo da Lui. Maria Santissima, dimora privilegiata del Figlio di Dio, ci accompagni e ci sostenga nell’itinerario quaresimale, affinché possiamo riscoprire la bellezza dell’incontro con Cristo, che ci libera e ci salva".

Gesù non bastona - "Gesù non bastona mai, farà pulizia con amore e misericordia". Il Pontefice, invitando ognuno a fare un esame di coscienza e a chiedersi se permettiamo al Signore di 'fare pulizia' nel nostro cuore scacciando "gli atteggiamenti di cupidigia, gelosia, mondanità, invidia, odio", esorta: "lasciamo che il Signore entri con la sua misericordia. Non con la frusta, Gesù non usa la frusta. La frusta di Gesù con noi è la sua misericordia".

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