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Speciale Papa: Cacciari/mons. Forte, non rivoluzionario ma riformatore

11 marzo 2015 | 17.09
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Il filosofo ateo: "Sta certamente segnando una svolta nella Chiesa". Il vescovo teologo: "Sta risvegliando le potenzialità assopite dei credenti"

Speciale Papa: Cacciari/mons. Forte, non rivoluzionario ma riformatore

Rivoluzionario no, riformatore sicuramente. Il vescovo teologo, monsignor Bruno Forte, e il filosofo ateo, o come preferisce definirsi lui 'non credente', Massimo Cacciari convergono nel giudizio su Papa Francesco, commentando all'AdnKronos i suoi primi due anni di pontificato. "Non definirei Papa Francesco 'rivoluzionario', anche perché il concetto di rivoluzione non ha niente a che vedere con la Chiesa - premette Cacciari - Semmai si può parlare di Francesco come di un Papa 'riformatore', perché certamente sta segnando una svolta, soprattutto nella vita interna della Chiesa e del Vaticano".

Spiega Cacciari: "E' chiaro che i pontefici non si possono giudicare sui metri e sui tempi della cronaca, ma della storia. Ed è altrettanto chiaro che le grandi sfide della Chiesa sono ancora tutte lì davanti, nel campo etico come in quello sociale e politico. Sicuramente, Papa Francesco ha indirizzato la Chiesa per le strade del mondo e la sta facendo definitivamente uscire dalla nicchia europea. Gli interventi sull'economia, sulla crisi, sul lavoro sono stati incisivi, anche se per la verità anche i pontefici suoi predecessori erano intervenuti su queste materie. La vera novità è il modo in cui ha affrontato certe questioni di carattere etico, con grande apertura e soprattutto con grande disponibilità all'ascolto; il suo indirizzo complessivo extra-europeo, che non era così scontato, almeno nella sua radicalità".

E poi," la riforma interna della Chiesa con cui sta liquidando tutti i vecchi apparati della gerarchia ecclesiastica: sarà forse un'azione meno evidente al grande pubblico, ma è la cosa più radicale che sta facendo questo Papa: un tema che non coinvolge soltanto i cattolici ma qualunque persona pensante, sia essa credente o non credente, che non può disinteressarsi ai cambiamenti e alle trasformazioni che avvengono nella Chiesa e nella grande religione universale che essa rappresenta e che influenza il mondo politico, sociale, etico e culturale. Papa Francesco può considerarsi un pontefice 'di passaggio', ma nel senso letterale del termine e cioè che sta facendo passare la Chiesa da un'epoca a un'altra".

Il vescovo teologo, sta risvegliando le potenzialità assopite dei credenti"Papa 'rivoluzionario'? La vera rivoluzione per il cristiano è quella di Dio, che si è manifestata nella resurrezione di Gesù - tiene a sottolineare monsignor Bruno Forte - Annunciare la potenza della resurrezione di Cristo in tutte le sue implicanze sociali e personali per ogni essere umano e ogni comunità vuol dire contagiare il mondo con la rivoluzione di Dio. Papa Francesco ci sta aiutando a riscoprire questa essenziale verità del cristianesimo, risvegliando potenzialità a volte assopite nei credenti".La loro attenzione come quella dei non credenti "è stata colpita anzitutto dalla sua grande carica umana e certamente dalla sua fede limpida e forte. Due aspetti inseparabili della sua persona - spiega mons. Forte - Sbaglierebbe chi volesse ridurre Francesco a un fenomeno mediatico, come sbaglierebbe chi ne cogliesse solo l'aspetto spirituale, che in lui certamente è vivo e profondo, senza coglierne anche le conseguenze che egli sa trame per la vita e la storia delle donne e degli uomini concreti, nostri compagni di strada. Si potrebbe anche dire che l'umano e il divino si congiungono in lui sull'esempio di Gesù, e cioè senza confusione o mescolanza, ma anche senza divisione o separazione. Ed è questo incontro vivificante di piena umanità e incondizionata appartenenza al Dio vivente ciò di cui mi sembra la nostra società postmoderna abbia più che mai bisogno per vincere la sua mancanza di speranza e le sue ferite di amore.Per il vescovo teologo, "il primo grande impulso che Papa Francesco sta dando alla Chiesa è quello di uscire da ogni forma di autoreferenzialità: essa non esiste per se stessa ma per adorare Dio e servire gli uomini annunciando loro con la parola e con la vita il Vangelo di Gesù. Papa Francesco vuole una Chiesa povera al servizio dei poveri, una chiesa 'in uscita' verso tutte le periferie geografiche ed esistenziali. Le prime si identificano con tutte le situazioni di bisogno di pace, di giustizia e di libertà. Le seconde sono quelle rappresentate da persone che hanno perso il senso e il gusto della vita o non l'hanno mai avuto. Alle une e alle altre la Chiesa ha un messaggio di liberazione e di vita nuova da portare, una buona novella di speranza".

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