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Auto: odissea bollo, automobilista impiega 3 mesi per riuscire a pagarlo

12 marzo 2015 | 19.34
LETTURA: 4 minuti

La storia paradossale di Anna, automobilista 62enne, e della sua macchina 'fantasma'

 - Anyka
- Anyka

Il bollo auto lo voleva pagare davvero. E alla fine, armata di tanta pazienza e di una buona dose di testardaggine, ci è anche riuscita. Ma ad Anna F., automobilista 62enne romana, un semplice pagamento è costato ben più del necessario. Perché, oltre al corrispettivo in denaro, la donna ha dovuto anche attraversare una vera e propria odissea fra i cavilli della mala-burocrazia.

E' la fine di dicembre 2014, infatti, quando Anna - tornata stabilmente a Roma dopo anni vissuti a Milano e all'estero - si ricorda della scadenza della tassa e si reca all'Aci per corrispondere la somma dovuta. Ed è qui che arriva la prima sorpresa: la targa dell'auto, spiega l'impiegata, non c'è più. La macchina non risulta presente nei registri della Motorizzazione e, di fatto, è inesistente. Pensando a una svista, l'automobilista va quindi alle Poste, nella speranza di risolvere la questione pagando un semplice bollettino.

Ma anche alle Poste il problema non cambia: la macchina, spiegano allo sportello, non c'è e il bollo di un'auto fantasma non si può proprio pagare. Per Anna, quindi, arriva il momento di recarsi alla Motorizzazione civile per tentare almeno di capire come venire a capo della questione.

E' gennaio. L'impiegato della Motorizzazione, non senza qualche difficoltà, sembra aver compiuto il miracolo. Dopo infinite ricerche, l'automobile riappare magicamente sui registri: la macchina non solo esiste, ma il bollo scadrà a maggio 2015 e il costo del pagamento ammonta a 209 euro. Ma il bollo - spiegano - in quegli uffici non si può pagare. Alla richiesta di un foglio che certifichi l'effettiva esistenza dell'autoveicolo, la Motorizzazione risponde che il risultato delle ricerche non può essere stampato. E Anna viene rispedita all'Aci.

"Mi dicono 'Sì, signora, la macchina è effettivamente riapparsa sul registro. Ma il bollo è scaduto a dicembre e il costo è di 300 euro'. Qualcosa non tornava", spiega Anna all'Adnkronos. "L'ammontare stabilito alla Motorizzazione era di circa 100 euro in meno rispetto a quanto richiesto dall'Aci, mentre il bollo risultava non ancora scaduto". Alla richiesta di effettuare l'ennesimo controllo, ad Anna viene quindi fornito un numero verde dedicato.

Ed ecco che arriva un'altra sorpresa: per gli operatori del numero verde la macchina non esiste, ma se verrà inviata una email al loro indirizzo - promettono - verranno effettuate le ricerche necessarie e sarà data al più presto una risposta.

Siamo a febbraio e con lui arriva il responso degli operatori del numero verde: sì, la macchina c'è. Ma - scrivono - il bollo deve essere pagato nella Regione di appartenenza perché - tra i due intestatari del mezzo, in questo caso Anna e il nipote - il primo intestatario del veicolo risulta residente in Lombardia. "Il primo intestatario della macchina - spiega Anna all'Adnkronos - è effettivamente mio nipote. Ma credo che in Lombardia ci abbia messo piede due volte in tutta la vita e ormai diversi anni fa. E mio nipote, per inciso, è da sempre residente nel Lazio".

Siamo a marzo, e a sbloccare definitivamente la questione ci pensa l'Aci di zona, esasperata tanto quanto Anna dall'ennesimo buco nell'acqua: "Credo che alla fine l'impiegata si sia stancata quanto me - racconta la donna -. Sta di fatto che i dati in loro possesso sono stato modificati secondo le indicazioni che mi sono state date dalla Motorizzazione".

"Il bollo ora - continua - risulta in scadenza ad aprile e dovrò pagarlo nel mese di maggio, mentre la cifra del pagamento ammonta a 209 euro esatti. A inserire i dati ci sono voluti 5 minuti, non so nemmeno se l'indicazione sia arrivata dalla Motorizzazione o se si sia trattata di una libera iniziativa dell'impiegata. Ma dopo tre mesi di follia - conclude - finalmente posso stare tranquilla". Almeno fino al prossimo pagamento.

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