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Omicidio Garlasco: giudici, Alberto ha ucciso Chiara perché pericolosa

16 marzo 2015 | 12.32
LETTURA: 2 minuti

Ad affermarlo sono i magistrati della Corte di Appello di Milano, secondo i quali la condotta di Stasi - condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi - "non è stata per nulla collaborativa, ma al contrario fuorviante e finalizzata ad allontanare i sospetti dalla sua persona"

Alberto Stasi (Infophoto) - INFOPHOTO
Alberto Stasi (Infophoto) - INFOPHOTO

"Alberto Stasi ha brutalmente ucciso la fidanzata, che evidentemente era diventata, per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo 'per bene' e studente 'modello', da tutti concordemente apprezzato". Così i giudici d'appello di Milano motivano la condanna a 16 anni - inflitta lo scorso 17 dicembre - nei confronti di Stasi per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.

Secondo i giudici, la condotta di Stasi "non è stata per nulla collaborativa, ma al contrario fuorviante e finalizzata ad allontanare i sospetti dalla sua persona".

In uno dei passaggi delle motivazioni con cui i giudici d'appello di Milano hanno condannato Stasi si legge: "Ha da subito sviato le indagini, ipotizzando un incidente domestico e ha progressivamente messo a disposizione degli inquirenti ciò che, nel tempo, assumeva via via qualche interesse investigativo".

Secondo i giudici, Stasi, dopo aver commesso il delitto nella villetta di via Pascoli a Garlasco (era il 13 agosto 2007, ndr) - "è riuscito con abilità e freddezza a riprendere in mano la situazione, e a fronteggiarla abilmente, facendo le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni: ha acceso il computer, visionato immagini e filmati porno, ha scritto la tesi, come se nulla fosse accaduto".

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