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Corruzione: Incalza risponde a gip e respinge le accuse

18 marzo 2015 | 16.08
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Interrogatorio di oltre due ore nel carcere romano di Regina Coeli per l'ex capo struttura di missione del ministero delle Infrastrutture, indagato per corruzione nell'inchiesta sugli appalti per le grandi opere. Il suo legale: "E' sereno, credo che dopo aver collezionato 14 assoluzioni, questa sarà la 15esima"

Il carcere di Regina Coeli (Infophoto)
Il carcere di Regina Coeli (Infophoto)

Ercole Incalza "ha risposto in maniera esauriente a tutte le domande e ha respinto tutte le accuse. L'interrogatorio è stato condotto in un clima di grande rispetto e cortesia. Sono fiducioso che la vicenda si chiuda in modo soddisfacente". Lo ha detto Titta Madia, difensore dell'ex capo struttura di missione del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza, indagato per corruzione nell'inchiesta sugli appalti per le grandi opere, al termine dell'interrogatorio di garanzia al carcere di Regina Coeli a Roma durato oltre due ore.

"Non c'è un euro - ha sottolineato Madia - che viene contestato all'ingegner Incalza percepito al di fuori delle sue prestazioni professionali. E' tutto registrato da fatture e dichiarazioni di redditi. Non si è mai visto un caso di corruzione nel quale il corrotto percepisce somme emettendo fattura e pagando Irpef. Credo che dopo aver collezionato 14 assoluzioni, questa sarà la 15esima".

Poi, riguardo allo stato d'animo del suo assistito, Titta Madia ha dichiarato: "Mi pare abbia reagito bene e con grande forza d'animo a questa prova difficile".

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