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Ora legale: lancette avanti di un'ora, ma attenti a 5 rischi

27 marzo 2015 | 13.53
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Alle 02,00 c'è stato il passaggio con le lancette spostate in avanti di sessanta minuti. Tra le preoccupazioni principali il cyber-ozio, con overdose di internet in ufficio, e infortuni sul lavoro. Si temono anche più incidenti stradali, ma non tutti gli esperti sono d'accordo. Disagi e umore in picchiata per 9 milioni di italiani, mentre 100 mila bimbi saranno scombussolati. Risparmiati 90 mln. I consigli dell'esperto dell'ospedale Bambino Gesù: "Piccoli a letto non oltre le 21.30". Da Coldiretti, l'elenco degli alimenti che aiutano

Ora legale: lancette avanti di un'ora, ma attenti a 5 rischi

Pronti a passare all'ora legale che scatta questa domenica, l'ultima del mese. Alle 02,00 del 29 marzo, le lancette dell'orologio dovranno essere spostate di un'ora, meno sonno quindi, ma più luce. Cinque i rischi possibili per le persone. Tra le preoccupazioni più comuni, il possibile incremento degli incidenti stradali, l'aumento di infortuni sul lavoro, il cyber-ozio ovvero un'overdose di navigazione su internet nelle ore di lavoro, oltre a ricadute sulla salute come il rischio di maggiori attacchi di cuore e un aumento di cefalea a grappolo. Ma non tutti i ricercatori sono d'accordo. Fra le conseguenze più controverse dell'ora legale c'è l'incremento degli incidenti stradali che, secondo alcuni, potrebbe essere provocato dall'abbassamento del livello di attenzione conseguente a microrisvegli e alterazione dei ritmi circadiani, ipotesi però non sempre confermata.

Uno studio pubblicato nel 2010 dal Journal of Environmental Public Health non ha rilevato un incremento del tasso di incidenti in Finlandia, nei giorni del cambio di orario, fra il 1981 e il 2006. Un'osservazione confermata anche da una ricerca del 2010 pubblicata sul Journal of Safety Research che anzi, ha stabilito che il numero di sinistri è stato contenuto anche grazie alla maggiore visibilità al mattino.

Riguardo al numero di infortuni sul lavoro, varia in funzione del tipo di attività. Nel 2009 il Journal of Applied Psychology ha pubblicato uno studio da cui emergeva che molti minatori iniziavano a lavorare con 40 minuti in meno di sonno e il conseguente incremento del 5,7% di lesioni nella settimana successiva al passaggio d'orario. E il cyber-ozio? Se un impiegato naviga oziosamente in rete nei primi giorni successivi il passaggio dell'ora, non provoca grandi danni ma, il suo abbassamento di concentrazione, può certo dare problemi alle casse dell'impresa. Ad affrontare il tema è stato uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Applied Psychology in cui i ricercatori hanno verificato l'incidenza di "cyberloafing", in italiano cyber-ozio mentre si lavora, significativamente aumentata in più di 200 regioni metropolitane statunitensi durante il primo lunedì dopo l'introduzione dell'ora legale in primavera. Molti, infine, gli studi che rilevano incrementi di problemi cardiaci o di cefalee a grappolo nei giorni successivi al cambio di ora. E se rischi ci sono davvero, non lasceranno indenni nemmeno i cittadini dell'Ue. Nei paesi dell'Unione europea infatti l'ora legale inizia sempre l'ultima domenica di marzo e termina l'ultima domenica di ottobre. Alle stesse convenzioni si attiene la Svizzera.

Ma niente paura per i cittadini digitali, tutti i dispositivi, come smartphone, computer o tablet, cambieranno l'ora in automatico. Ma perchè esiste l'ora legale? Obiettivo del cambio di lancette è il risparmio energetico per il minore consumo di illuminazione elettrica. Terna ha stimato che, durante il periodo di ora legale dello scorso anno, sette mesi iniziati nella notte fra sabato 29 e domenica 30 marzo 2014, c'è stato un risparmio complessivo dei consumi di energia elettrica pari a 556,7 milioni di kilowattora. Una quantità di energia corrispondente al fabbisogno annuo medio di circa 200 mila famiglie.

L'idea di un cambio di passo delle lancette dell'orologio per risparmiare energia risale al 1784. A lanciarla era stato Benjamin Franklin, l'inventore del parafulmine, che pubblicò in quell'anno una proposta di 'cambio d'ora' sul quotidiano francese Journal de Paris. Le sue riflessioni poggiavano appunto sull'idea di risparmiare energia ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l'idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willett, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro del bisogno di risparmi successivo alla Prima guerra mondiale.

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