"Sono in un processo nel quale non dovrei essere, io sono vittima delle minacce, sono vittima dell'intrigo. Lo sono personalmente, non per le conseguenze politiche". Con queste parole l'ex ministro Dc Calogero Mannino ha concluso le sue lunghe dichiarazioni spontanee nel processo stralcio per la trattativa tra Stato e mafia che lo vede imputato per minacce a corpo politico dello Stato. "Non sarò mai tra quelli che diranno che la Dc è morta per effetto congiunto tra Milano e Palermo, da un lato Tangentopoli e dall'altra Cosa nostra - dice -la Dc segnava l'esaurimento di stagioni storiche. E concludo dicendo che anche la Dc usciva vittoriosamente nei confronti di Cosa nostra". La Procura, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna a nove anni per Mannino. Adesso è il turno dell'avocato Carlo Federico Grosso che ha iniziato le arringhe difensive.