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Feste pasquali, al via da Nord a Sud. E in Calabria torna l''Affruntata' con divieto d'inchino

30 marzo 2015 | 10.07
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Dalla 'Corsa della Torta' di Oleggio, nel novarese, ai Giudei di San Fratello, in Sicilia tantissime le celebrazioni della Pasqua nel Belpaese, tra sacro e profano

'Giudei' a San Fratello (Messina)
'Giudei' a San Fratello (Messina)

Dalla 'Corsa della Torta' di Oleggio, nel novarese, ai Giudei di San Fratello, in Sicilia, sono tantissime le celebrazioni della Pasqua nel Belpaese, tra sacro e profano. A seguire uno sguardo da Nord a Sud, per seguire le feste popolari che da sempre vedono in piazza migliaia di persone a rievocare la passione di Cristo (Foto)

Piemonte - 'Corsa della Torta' è una singolare tradizione che si svolge ogni Pasqua a Oleggio, comune in provincia di Novara. Alla corsa, che si svolge la domenica di Pasqua, possono partecipare solo cittadini ‘celibi’. Un modo movimentato per festeggiare la Pasqua e conquistare l’ambito premio: una torta appunto. L'origine della festa risale ai tempi di Francesco Sforza, quando, secondo la leggenda, un lungo assedio fu risolto con una gara di corsa, che fu vinta da un giovane di Oleggio. Nel biellese invece da due secoli si rappresenta a Sordevolo la Passione di Gesù che l'intera comunità dei Sordevolesi mette in scena in completa autonomia organizzativa e artistica. Lo spettacolo, che dura circa tre ore, è composto da un prologo e 29 scene nelle quali sono presenti complessivamente 400 persone tra attori e comparse.

Da punto di vista più strettamente religioso resta uno dei pellegrinaggi tradizionali quello al Santuario Mariano di Oropa, nei pressi di Biella, che ospita la Madonna nera. Secondo la leggenda fu Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, ha far erigere un primo sacello per collocarvi una statua in legno di una Madonna nera, proveniente dall'Oriente.

Emilia-Romagna - Oltre un secolo di tradizione. E' quanto ha alle spalle la Via Crucis vivente di Frassinoro, rappresentazione solenne che viene messa in scena, ogni 3 anni, dal 1906 nelle vie del paese in provincia di Modena. Quest'anno, l'appuntamento torna venerdì 3 aprile, quando circa 500 figuranti in costume animeranno il Paese in memoria della Passione di Cristo, in vista della Pasqua. Alle 21 del Venerdì Santo, al termine della funzione religiosa e al tocco della campana grande, parte la processione, in un cammino reso suggestivo, oltre che dalla luce delle 1500 torce, dalle note dei brani tradizionali cantati dal coro della parrocchia di Frassinoro, intercalati dalla lettura del Vangelo. Quella della Via Crucis vivente è una tradizione molto sentita che a Frassinoro si tramanda di padre in figlio, ogni stazione è infatti affidata a un ceppo familiare. Quest'anno, inoltre, la rievocazione religiosa è entrata a far parte di Europassione, un'associazione internazionale che comprende le più antiche rappresentazioni storiche della Passione di tutta Italia e d'Europa.

Campania - Misteri, incappucciati e via crucis. Torna la Pasqua e tornano in Campania le tradizioni legate alla festività tra sacro e profano. Assume sicuramente una particolare importanza la Via Crucis del Venerdì Santo a Napoli, officiata come ogni anno dal cardinale Crescenzio Sepe che l'anno scorso per la processione scelse il quartiere periferico di San Giovanni a Teduccio. Sabato e nel giorno di Pasqua le celebrazioni si terranno nel Duomo, chiesa cattedrale dell'Arcidiocesi di Napoli.

La processione più caratteristica è quella dei Misteri di Procida: carri allegorici fatti di legno, argilla e cartapesta percorrono l'isola raffigurando le tappe della Passione, della morte e della resurrezione di Gesù. Si tratta di una manifestazione a forte partecipazione da parte della popolazione di Procida, tra la realizzazione dei carri e dei vestiti da indossare durante la processione. A Sorrento si tengono due processioni, la Bianca e la Nera, che devono il nome al colore delle vesti che vengono indossate dai partecipanti. Si tratta di tradizioni secolari, in particolare la Processione Nera, rappresentante il ritrovamento da parte della Madonna del figlio morto sulla croce, risalirebbe almeno al XIV secolo.

A Maiori, in Costiera Amalfitana, si ripeterà la tradizionale e suggestiva processione dei battenti, con gli incappucciati che visiteranno tutte le chiese del piccolo centro fino a tarda sera. Per l'occasione, Maiori rimarrà al buio illuminata solo dalle candele della processione.

Basilicata - Se Matera è la meta più affollata nel periodo pasquale, in Basilicata è la zona del Vulture la ''culla'' delle più antiche tradizioni nei riti della Settimana Santa e quello più caratteristico si tiene nel centro 'arbereshe' Barile con una Sacra rappresentazione che risente delle influenze della cultura albanese da oltre 4 secoli. In questa zona, quasi in ogni Comune c'è una Via Crucis vivente ed in giorni differenti. Quella che resiste nel tempo, la più longeva, è a Barile. Nei suoi piccoli numeri (circa 2000 abitanti), la partecipazione è notevole con circa cento figuranti ma ciò che la rende peculiare è la commistione tra il tema della Resurrezione nella religione cattolica e la cultura orientale che ''popola'' questa rappresentazione di figure singolari. Nella Via Crucis di Barile del Venerdì santo, ad esempio, ci sono il Moro e soprattutto la Zingara. La Zingara a Barile è una figura negativa che polarizza attenzioni quanto il Cristo in croce. Si presenta tra la folla con abiti sgargianti ed è ricoperta d'oro, quale simbolo di cupidigia. E' un personaggio senza valori cristiani. Lei non piange la morte di Gesù perché ha avuto l'oro in cambio dei chiodi con cui le mani ed i piedi del Cristo sono stati trafitti. La tradizione di Barile vuole che alla vigilia della processione le donne del paese mettano a disposizione i loro ori, prima esposti a tutti e poi in parte utilizzati dalla Zingara. Questi preziosi vengono poi restituiti al termine della manifestazione. Il Moro, invece, è il simbolo delle altre culture e delle altre religioni. In tutti i paesi lucani interessati dai riti della Pasqua le Confraternite stanno ultimando i preparativi ed i costumi. E' caratteristico anche il Venerdì santo di Montescaglioso, in provincia di Matera, con una Processione dei Misteri in cui le statue escono da chiese diverse. A Montescaglioso, inoltre, la Settimana santa inizia con un rituale addio alla Quaresima: vengono ritirati dei pupazzi a figura femminile precedentemente appesi per ricordare il lungo periodo del digiuno. Anche nei due capoluoghi si tengono le tradizionali ricorrenze. Matera, in più, da alcuni anni ''presta'' il panorama rupestre per una grande rappresentazione intitolata ''Mater sacra''

Calabria - Dopo lo stop imposto dall’autorità ecclesiastica per ragioni di opportunità, seguito alle inchieste che hanno svelato le ingerenze della ‘ndrangheta nelle manifestazioni religiose, il vescovo della diocesi di Mileto-Tropea-Nicotera Luigi Renzo ha varato di recente un nuovo regolamento sulle processioni e ripristinato l’Affruntata, tradizionale e sentita cerimonia religiosa pasquale che simula la trasmissione del messaggio della resurrezione di Gesù Cristo tra la Madonna e San Giovanni. Le indagini dell’antimafia avevano fatto emergere che le processioni religiose in Calabria troppo spesso sono state utilizzate dalle famiglie mafiose per stabilire il proprio dominio sul territorio, e anche di recente la Chiesa calabrese e il procuratore nazionale antimafia si erano scambiati a distanza opinioni sull’argomento. Diverse novità sono state inserite nel nuovo regolamento sul funzionamento dell’Affruntata di Sant’Onofrio, che si svolge annualmente nel periodo di Pasqua. Il vescovo Renzo stimola i cristiani a non lasciarsi "espropriare di ciò che appartiene al loro patrimonio religioso più genuino, lasciandolo in mano a gente senza scrupolo, che non ha nulla di cristiano ed anzi persegue una “religione capovolta”, offensiva del vero Cristianesimo popolare".

Anche ai pastori viene chiesto più coraggio: “Occorrono segnali concreti di “rottura” da certi andazzi impropri”, scrive il regolamento invitando ad affidare “ai giovani che frequentano la parrocchia e sono veramente impegnati in un cammino di fede la possibilità di portare le statue, rendendoli protagonisti anche nell’organizzazione”. Rivolgendosi ai membri delle Confraternite che curano tradizionalmente l’Affruntata, il vescovo chiede di rinunciare "a certi pretesi privilegi e si mostrino più collaborativi con i parroci nell’eseguire scrupolosamente tutte le direttive diocesane in materia". Novità anche nella scelta dei portatori delle statue, in passato compito preteso e affidato ai rampolli delle famiglie mafiose come una sorta di consacrazione del loro ruolo sociale sul territorio. Il regolamento delle processioni prescrive che tale scelta sia fatta per estrazione da un elenco di prenotati il giorno della Domenica delle Palme; e sparisce l’incanto ovvero un sistema di offerte in denaro, libere o celate, in base al quale si stabilivano i portatori. Dovranno essere i parroci, in collaborazione con il comitato festa, a vigilare sulla scelta dei portatori, in ogni caso "non sono ammessi a questo compito persone aderenti ad associazioni condannate dalla Chiesa, che siano sotto processo in corso per associazione mafiosa o che siano incorse in condanna per mafia, senza prima aver dato segni pubblici di pentimento e di ravvedimento".

Un’altra disposizione vuole evitare, infine, le soste pilotate come segno di devozione verso le famiglie mafiose, come emerso nel caso avvenuto nella diocesi di Oppido Mamertina-Palmi quando la statua della processione si fermò davanti alla casa di un boss. Il regolamento della diocesi di Mileto-Tropea-Nicotera vieta espressamente di "girare o sostare con le sacre immagini davanti a case o persone, tranne che si tratti di ospedali, case di cura, ammalati".

Sicilia - Sono tanti i riti e le tradizioni che si susseguono in Sicilia per ricordare la morte e la resurrezione di Cristo. Da oltre cinquecento anni il paese di Mezzojuso, in provincia di Palermo, conserva inalterato nei suoi riti pasquali il fascino della fede greco-bizantina. Da non perdere il rito della Lavanda dei piedi del giovedì Santo, a cui segue l’incanto delle processioni del Venerdì fino alla solenne spiritualità del Pontificale di Pasqua e dei canti del Cristo è risorto, Kristòs Anésti. Mercoledì, giovedì e venerdì Santo, a San Fratello (Messina), sono i giorni della Festa dei giudei, anche questa rappresentazione di antichissima tradizione che risale al Medioevo. Per tre giorni centinaia di uomini, i giudei appunto, indossano un costume composto da una giubba e calzoni rossi con guarnizioni gialle, la testa coperta da un cappuccio che si slancia con un lungo cordoncino sino ad assottigliarsi per legare la coda. Altri elementi rendono il loro aspetto piuttosto singolare: pelle lucida con lingua, sopracciglia lunghe e arcuate, scarpe di cuoio grezzo e di stoffa, catene a maglie larghe nella mano sinistra, trombe militari con vari ornamenti finemente intarsiati. Così vestiti, i Giudei girano per le strade del paese annunciando e accompagnando le celebrazioni liturgiche.

La processione dei Quadri Viventi del giovedì Santo a Marsala (Trapani), organizzata dalla Confraternita di Sant’Anna, ha la particolarità di aver mantenuto l’aspetto delle antiche rappresentazioni teatrali. La processione è accompagnata dalla statua del Cristo Morto e da una splendida statua della Madonna Addolorata che piange la morte del figlio e che sarà la protagonista della processione che si svolge il giorno dopo.

A Trapani, il venerdì Santo, è il momento della processione dei Misteri. Si tratta della più lunga manifestazione religiosa italiana, con evidenti origini spagnole, che inizia il pomeriggio del venerdì e si protrae per 24 ore. Per le strade della città sfilano, portate a spalla, diciotto antichissime statue di legno, i 'misteri' appunto, raffigurazioni artistiche della Passione e Morte di Cristo, più i due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata. Le statue, realizzate dagli artigiani trapanesi del XVII e XVIII secolo, sono addobbate con preziosi ornamenti e portate a spalla da gruppi di uomini, detti 'massari' che conferiscono alla processione uno dei suoi aspetti più significativi con la cosiddetta 'annacata', ovvero il movimento ondulatorio che segue le cadenze dei brani musicali suonati dalle bande.

Caratteristica è la tradizionale processione dei "Sampauluna" a San Cataldo (Caltanissetta) in cui sfilano statue gigantesche di cartapesta impersonanti gli apostoli, originari della Spagna e risalenti al 1800, e che si conclude con l'incontro del Cristo risorto e le pie donne.

Risalgono alla dominazione spagnola i riti della processione del venerdì Santo a Enna, dove i circa duemila confratelli delle quindici congregazioni della città, antiche corporazioni delle arti e dei mestieri, sfilano incappucciati portando su vassoi i 25 simboli del martirio di Gesù e seguendo nel silenzio più assoluto le due Vare del Cristo Morto e della Madonna.

Noti sono anche gli Archi di Pasqua di San Biagio Platani (Agrigento). Le due confraternite della città, Madunnara e Signurara, si sfidano nell’allestimento ciascuna di una parte del corso. La preparazione, che inizia qualche mese prima della Pasqua, richiede una grande quantità di materiale, tutto rigorosamente concesso dalla natura, come le canne, il salice, l'asparago, l'alloro, il rosmarino, i cereali, i datteri, e il pane. La parte più importante è costituita dagli archi centrali, origine storica della manifestazione, sotto i quali la domenica mattina avviene l'incontro tra Gesù risorto e la Madonna.

Diversa da tutte le altre feste è La Diavolata e l'Angelicata di Adrano (Catania). La mattina di Pasqua, in piazza Umberto, viene allestito un grande palco su cui viene recitato il dramma sacro "La Resurrezione" che si compone di due parti: La Diavolata e l'Angelicata. La rappresentazione è la messa in scena della lotta fra le forze del male e del bene che si affrontano per contendersi il potere sulla terra. Cinque diavoli vestiti di rosso escono da una botola accompagnati da fiammate e fumo. Con loro Lucifero, la Morte che indossa un abito raffigurante uno scheletro, ed un angelo, rappresentato da un bambino. Si susseguono una serie di battaglie e discussioni fra il bene e il male che si concludono quando l'Angelo costringe i diavoli a pronunciare la frase 'Viva Maria'.

I Diavoli sono protagonisti anche della domenica di Pasqua a Prizzi (Palermo). L’iconografia della festa, Il Ballo dei Diavoli, si basa sui costumi e sulle maschere particolari dei tre personaggi, due diavoli e una più alta e snella che rappresenta la morte. I diavoli indossano un largo abito di tela di lana rosso, un'ampia maschera di ferro con una larga bocca da dove fuoriescono una lingua e grossi denti e due corna caprine trattenute da una pelle di caprone che ricopre le spalle. Al ballo dei Diavoli la morte indossa invece un largo abito di tela di lana di un colore giallo ocra tipicamente chiamato "giallo morte di Pasqua", la maschera di cuoio che simula un orrido teschio dalla cui bocca fuoriescono delle lunghe zanne. I diavoli e la morte così abbigliati girano per tutta la mattinata lungo il paese fino al pomeriggio quando entra nel vivo la rappresentazione "du ncontru". Ad un capo e all'altro della via si dispongono la statua dell'Addolorata e quella di Gesù Cristo ai cui piedi si chinano per baciarli i due diavoli e la morte "che prendono la pace prima du ncontru". Al momento dell'incontro i tre cominciano ad agitarsi correndo da una statua all'altra saltando e ballando, simulando il tentativo di impedire l'incontro tra Madre e Figlio. Per tre volte le statue della Madonna e del Cristo, portate a spalla, si accostano e si separano, fino alla terza volta quando il manto nero cade di colpo dalle spalle dell'Addolorata e viene sostituito da quello azzurro: la Madonna ha incontrato il figlio. Contemporaneamente gli angeli colpiscono i diavoli sconfiggendoli.

Sempre in provincia di Palermo, ma a Terrasini, il giorno di Pasqua è dedicato alla Festa di li Schietti, i giovani celibi. Secondo la tradizione, i giovani si cimentano in una singolare gara che consiste nell'alzare al cielo con un braccio solo, un albero d'arancio del peso di circa 50 chili adorno di ninnoli e nastri colorati. L'albero viene portato in giro per il paese e si ferma per la prova di forza sotto casa delle fidanzate. Risale ai primi del ‘600 la cerimonia della Madonna Vasa Vasa, celebrata a Modica (Ragusa), la domenica di Pasqua. Durante la mattina le statue del Cristo e della Madonna vengono portate in processione per le vie del paese. La Madonna, che indossa un mantello nero in segno di lutto, inizia subito la ricerca del figlio. L'incontro avviene a mezzogiorno nella piazza principale ed è noto con l'espressione di Madonna Vasa Vasa proprio perché le due statue si avvicinano per un bacio.

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