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Caso Aldrovandi, madre Federico: "Morto per violenza cieca non per arresto"

07 aprile 2015 | 17.11
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Patrizia Moretti replica al Sap e all'avvocato Zincani: "Se rifacessero il processo gli agenti avrebbero una condanna peggiore". Agenti condannati a pagare 560mila euro allo Stato

Caso Aldrovandi, madre Federico:

"Sono arrabbiata. Se fosse vero che gli agenti si sono comportati diligentemente, dovremmo aspettarci una strage, con la morte della persona ogni volta che viene ammanettata: mio figlio è morto per il pestaggio protrattosi a lungo e per le botte che gli hanno dato anche quando era già fermo a terra e questa cieca violenza non è scritta in nessun regolamento". Così Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, commenta all'Adnkronos le posizioni espresse oggi in conferenza stampa a Bologna dal Sap (Sindacato autonomo di polizia) e dall'avvocato Marco Zincani, convinti che gli agenti condannati per la morte del ragazzo di Ferrara si siano semplicemente comportati secondo il protocollo tecnico che è stato loro insegnato, in materia di ammanettamento. Una procedura, per il Sap e per il legale, giudicata "pericolosa", da cambiare, ma che intanto solleverebbe, a loro avviso, da ogni responsabilità i poliziotti, già condannati in via definitiva.

"Sicuramente le tecniche e la cultura di polizia vanno riviste e il reato di tortura di cui si discute in questi giorni ne è un esempio - prosegue Moretti - ma la causa della morte di mio figlio è stata la violenza cieca non l'ammanettamento".

Specificando poi che "nel processo non è emerso alcun protocollo scritto di ammanettamento", la madre di Federico sottolinea che "comunque tra ammanettare e uccidere ce ne corre".

"Spero che venga adottato un protocollo vero per salvare delle vite - aggiunge Moretti - poi le responsabilità per la morte di mio figlio penso siano cosa stabilita, scritta, definitiva e sancita, anzi credo che le sanzioni che riguardano i responsabili di queste violenze siano ancora lievi".

Quanto all'intenzione degli agenti di chiedere una revisione del processo, come annunciato dall'avvocato Zincani, secondo la madre di Federico una revisione della verità giudiziaria sancita da 3 gradi di giudizio "non è possibile". Ad ogni modo, conclude Moretti, "se rifacessero il processo gli agenti avrebbero una condanna non per omicidio colposo, fattispecie riconosciuta anche per aver successivamente coperto la violenza e depistato le indagini. Al contrario, avrebbero una condanna molto peggiore".

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