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Immigrati: Ass. prefetti, noi in posizione scomoda, difficile trovare strutture

15 aprile 2015 | 17.28
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Il presidente dell'Associazione Prefetti Corona, "ci chiedono più posti per i migranti, ma siamo stretti tra le direttive centrali e gli Enti locali che non collaborano"

Sbarco di immigrati - INFOPHOTO
Sbarco di immigrati - INFOPHOTO

E' emergenza-posti nel sistema di accoglienza. Nei giorni scorsi il Viminale ha emanato una circolare ai prefetti, incaricandoli di trovare posto per altre 6.500 persone, che si vanno ad aggiungere alle 70mila attualmente in carico al sistema di accoglienza. Regioni e Comuni, però, non collaborano e mancano le strutture da destinare. "La nostra è una posizione scomoda -spiega all'Adnkronos Antonio Corona, Presidente dell'Ap, Associazione Prefettizi e prefetto di Lodi- stretti tra le direttive centrali e le istituzioni locali, con le quali il nostro ruolo istituzionale ci impone di trovare sempre una mediazione".

Mani legate, quindi, per i prefetti, che devono ottemperare alle direttive del Viminale, ma non possono ancora, di fatto, imporre alle amministrazioni di accogliere i migranti: "Il nostro ruolo -continua Corona- è quello di cercare una conciliazione, ma la questione, in questo caso, è politica. Va evitata una contrapposizione tra prefetti e le amministrazioni del territorio: a livello centrale si deve spingere di più sulle istituzioni locali perché comprendano che la collaborazione è l'unica soluzione possibile".

L'aumento degli sbarchi (10mila negli ultimi giorni e oltre 1.500 nella sola giornata di ieri), rischia infatti di mettere ancora più in crisi la gestione dei flussi, con molte amministrazioni del Nord Italia che rifiutano di farsi carico delle 'quote' di migranti assegnate dal Viminale. "Al momento - prosegue Corona- non abbiamo soluzioni certe. Non si esclude alcuna ipotesi ma prima esploriamo tutte le possibilità. Bisogna che tutti comprendano che gli immigrati sul territorio arrivano comunque: tutto sta nel distribuirli correttamente, evitando concentramenti".

Tra le opzioni utilizzo di caserme e allestimento tendopoli

Sul tavolo, al momento, ci sono diverse opzioni, dall'utilizzo di caserme e a vere e tendopoli temporanee per far fronte all'emergenza: "Il problema è che fino ad oggi si è dato fondo alle strutture esistenti -spiega Corona- e visto che molti comuni non hanno dato disponibilità, il grosso è stato redistribuito in strutture di associazioni del terzo settore. Una soluzione che continueremo ad utilizzare anche in questo frangente".

La prassi, nel caso di assegnazione ad operatori del terzo settore, prevede un bando d'asta indetto dalle prefetture, ma la direttiva del ministero dà la possibilità ai prefetti di procedere per contrattazione diretta e, laddove ce ne fosse bisogno, di prendere "provvedimenti di occupazione d'urgenza e requisizione" di strutture private.

Nei numeri del Viminale spiccano per quantità di migranti assegnati proprio le regioni del Nord, come Lombardia e Veneto (700 a testa, secondo la circolare del ministero), che hanno già annunciato di non voler collaborare e rimane quindi da capire quali saranno le strutture messe a disposizione, visto il probabile aumento degli arrivi durante l'estate. "In queste circostanze -conclude Corona- emerge con chiarezza l'importanza del nostro ruolo che, al di là delle singole emergenze, deve essere un presidio stabile, mentre, nonostante le dichiarazioni di facciata, si continua a parlare di riduzioni e riforme che andrebbero a stravolgere il nostro assetto".

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