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Carceri: Osapp, 5 poliziotti aggrediti a Sollicciano

17 aprile 2015 | 20.55
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Cinque poliziotti penitenziari sono stati aggrediti nel carcere di Sollicciano a Firenze da un detenuto di 29 anni di origine marocchina, dopo essersi procurato lesioni sulle braccia. A denunciare il fatto è Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria). L'uomo accompagnato in infermiera per essere curato dopo le lesioni "è andato in escandescenze, scaraventando un pc addosso ai due poliziotti penitenziari". Una volta bloccato dal personale ha poi "tirato un pugno ad un altro agente mentre scendeva le scale per essere accompagnato in un altro reparto".

Di nuovo in infermeria per ulteriori controlli sanitari, il 29enne che sconta una pena (fino al 2018) per una serie di reati contro il patrimonio, "ha rifiutato qualsiasi intervento medico e ha gettato una barella addosso a un infermiere". Il detenuto, quindi, "è stato di nuovo bloccato e riportato in cella dove ha incendiato materasso e lenzuola". Incendio prontamente domato.

"Per quanto si è potuto apprendere il detenuto resosi protagonista delle ripetute aggressioni odierne proveniva dal carcere di San Gimignano dove aveva commesso analoghi atti di violenza - prosegue il sindacalista - e in questo momento sono cinque i poliziotti penitenziari che sono stati accompagnati al pronto soccorso e che non potranno rientrare in servizio prima di qualche giorno, peggiorando così la già grave penuria di organico della struttura e, di conseguenza, le già precarie condizioni di sicurezza".

"Peraltro - indica ancora il leader dell'Osapp - come sindacato, da mesi stiamo descrivendo e denunciando quanto sia pericolosa e instabile la situazione del principale istituto di pena della Toscana, non solo per l'utenza - considerati i numerosi decessi tra i detenuti -, ma anche per le esasperanti tensioni che vive il personale di polizia penitenziaria a continuo rischio di aggressioni ed eventi di particolare criticità e con un direttore titolare part-time".

"Ma la gravità del contesto - conclude Beneduci - sembra essere ignorata proprio dai vertici regionale e nazionali dell'amministrazione penitenziaria a cui fa eco la persistente assenza di iniziative e di pronunciamenti dal parte del Guardasigilli Orlando".

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