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Firenze: rapina in un'oreficeria, gioielliere ferito

17 aprile 2015 | 16.39
LETTURA: 2 minuti

Due uomini sono entrati nel negozio e poco dopo hanno aggredito il gioielliere di 41 anni, con pugni alla faccia. I rapinatori hanno svaligiato la cassaforte e sono scappati. Confcommercio preoccupata: "Basta risparmiare sulla sicurezza"

Un'immagine dall'alto di Via Gioberti, a Firenze (Google Maps)
Un'immagine dall'alto di Via Gioberti, a Firenze (Google Maps)

Rapina in un'oreficeria in via Gioberti a Firenze, durante la quale il gioielliere è rimasto ferito. Due uomini, forse dell'est europeo, a volto scoperto, sono entrati stamani nel negozio e poco dopo hanno aggredito il gioielliere di 41 anni, con pugni alla faccia. L'orefice è stato trasportato al Cto per un trauma facciale. I rapinatori hanno svaligiato la cassaforte e poi sono scappati.

Il fatto ha provocato reazioni e allarme. "Non si può risparmiare sulla sicurezza. Bisogna subito incrementare il numero di uomini e di mezzi sulle strade". Il direttore di Confcommercio Firenze Tiziano Tempestini è netto: “Firenze sta scivolando verso una deriva da far west. Non è ammissibile che in pieno giorno, in una delle vie più chic dello shopping fiorentino, banditi a volto scoperto facciano irruzione in una gioielleria". “Senza sicurezza, è impossibile far impresa”, il concetto che sottolinea Tempestini.

È scossa Sara Manetti, presidente degli Orafi fiorentini : “La situazione è ormai diventata insostenibile. È da anni che rilanciamo l’allarme sicurezza riguardo al nostro settore. Ogni mattina infatti noi andiamo a lavoro, ma non sappiamo se la sera potremo tornare a casa. Vogliamo aspettare il morto prima di intervenire in modo serio e concreto? Le istituzioni devono affrontare subito la questione. E cercare di risolverla investendo maggiormente sulla sicurezza, che riguarda noi così come ogni singolo cittadino”. “Di questo passo – conclude Manetti, - dovremo attrezzarci con delle guardie armate di fronte alle nostre vetrine, proprio come accade nelle città considerate tra le più pericolose al mondo”.

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