Sergio Canavero, direttore del gruppo avanzato di neuromodulazione di Torino, si sta preparando a effettuare il primo trapianto di testa del mondo e all'Adnkronos spiega che "anche se non è ancora stato provato da nessuno, se si riesce a non danneggiare i tessuti scongelandoli, potrebbero esserci chance di riuscita"
L'ibernazione del proprio corpo, o del cervello, o di entrambi, opzione scelta dai genitori della piccola Matheryn Naovaratpong, di quasi 3 anni, è "offerta ormai da 3-4 centri in America" dove le richieste sono in aumento. Molti "chiedono di crioconservare la propria testa" e tecnicamente, "anche se non è ancora stato provato da nessuno, se si riesce a non danneggiare i tessuti scongelandoli, ci potrebbero essere chance di riuscita". A commentare all'Adnkronos Salute la storia della bimba malata di tumore al cervello è Sergio Canavero, direttore del Gruppo avanzato di neuromodulazione di Torino, che si sta preparando a effettuare il primo trapianto di testa del mondo su un paziente russo di 30 anni.
"Se si soffre di una malattie cerebrale grave come un tumore - spiega il neurochirurgo - il trapianto non serve. Questa opzione infatti è indicata per salvare la vita di persone colpite da tumori del corpo o da malattie nervose e muscolari che ne hanno bloccato la mobilità. Ma so che molti in America hanno scelto di crioconservare la propria testa, e decongelandola essa si potrebbe trapiantare su un altro corpo".
Un'operazione simile a quella che Canavero è convinto si possa portare a termine entro due anni e mezzo dal momento in cui troverà una struttura disposta a ospitare la rivoluzionaria operazione da lui messa a punto.
