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Italia-Santa Sede: 23 minuti di colloquio tra il Papa e Mattarella

18 aprile 2015 | 11.07
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Prima visita di Stato del presidente della Repubblica al pontefice, che lancia il monito: "Per un'ordinata crescita della società è indispensabile che le giovani generazioni, tramite il lavoro, abbiano la possibilità di progettare con serenità il loro futuro". Il capo dello Stato risponde: "L'abbiamo sentita partecipe delle difficoltà e delle attese dell'Italia"

Il capo dello Stato Sergio Mattarella con Papa Francesco  (Foto di Antonio Di Gennaro - Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica) - Antonio Di Gennaro
Il capo dello Stato Sergio Mattarella con Papa Francesco (Foto di Antonio Di Gennaro - Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica) - Antonio Di Gennaro

La disoccupazione giovanile, un "grido di dolore" che chiama in causa tutti, a livello di Stato e di Chiesa. Lo ha evidenziato papa Francesco nel discorso ufficiale pronunciato nel corso della visita di Stato de Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

"Signor Presidente, - ha ammonito Bergoglio davanti a Mattarella e alle delegazioni - tra i diversi beni necessari allo sviluppo di ogni collettività, il lavoro si distingue per il suo legame con la stessa dignità delle persone, con la possibilità di costruire un’esistenza dignitosa e libera. In special modo, la carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità. Nella disponibilità del lavoro risiede infatti la stessa disponibilità di dignità e di futuro".

Il Pontefice ha ricordato che "per un’ordinata crescita della società è indispensabile che le giovani generazioni, tramite il lavoro, abbiano la possibilità di progettare con serenità il loro futuro, affrancandosi dalla precarietà e dal rischio di cedere a ingannevoli e pericolose tentazioni. Tutti coloro che detengono posizioni di speciale responsabilità hanno perciò il compito primario di affrontare con coraggio, creatività e generosità questo problema".

Religioni non siano distorte a fini di violenza - Le diverse componenti ideali e religiose che compongono la società non vengano strumentalizzate o distorte "a fini di violenza e sopraffazione". E' il monito di papa Francesco nel discorso ufficiale pronunciato nel corso della visita di Stato del Presidente della Repubblica.

"La Chiesa offre a tutti la bellezza del Vangelo e del suo messaggio di salvezza, e ha bisogno, per svolgere la sua missione spirituale, di condizioni di pace e tranquillità, che solo i pubblici poteri possono promuovere", osserva il Papa nel ricordare che "questi ultimi, a cui primariamente spetta di predisporre le condizioni di uno sviluppo equo e sostenibile affinché la società civile dispieghi tutte le sue potenzialità, trovano nell’impegno e nella leale collaborazione della Chiesa un valido e utile sostegno per la loro azione. La reciproca autonomia infatti non fa venir meno ma esalta la comune responsabilità per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità, che tutti abbiamo il compito di servire con umiltà e dedizione".

Da qui il monito di Bergoglio: "Ne deriva che un sano pluralismo non si chiuderà allo specifico apporto offerto dalle varie componenti ideali e religiose che compongono la società, purché naturalmente esse accolgano i fondamentali principi che presiedono alla vita civile e non strumentalizzino o distorcano le loro credenze a fini di violenza e sopraffazione. In altre parole - evidenzia ancora Francesco - lo sviluppo ordinato di una civile società pluralistica postula che non si pretenda di confinare l’autentico spirito religioso nella sola intimità della coscienza, ma che si riconosca anche il suo ruolo significativo nella costruzione della società, legittimando il valido apporto che esso può offrire".

"La storia dell'Italia - ricorda il Papa - mostra chiaramente quanto sia grande il contributo del Cristianesimo alla sua cultura e al carattere della sua popolazione, quanto la fede cristiana abbia permeato l’arte, l’architettura e il costume del Paese. La fede si è trasformata in opere e queste in istituzioni, fino a dare volto ad una storia peculiare e a modellare pressoché tutti gli aspetti della vita, a partire dalla famiglia, primo e indispensabile baluardo di solidarietà e scuola di valori, che va aiutata a svolgere la sua insostituibile funzione sociale quale luogo fondamentale di crescita della persona".

Il nodo immigrazione - Papa Francesco parla anche dell'immigrazione. E sollecita l'impegno a livello europeo e internazionale: "Desidero esprimere la mia gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere i numerosi migranti che, a rischio della vita, chiedono accoglienza. E’ evidente che le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio. Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale", ammonisce Bergoglio.

"Signor Presidente, nel formularle il mio più cordiale augurio per l’assolvimento del Suo alto compito, auspico che l’Italia, facendo tesoro delle sue nobili tradizioni e delle sua cultura largamente ispirata dalla fede cristiana, possa progredire e prosperare nella concordia, offrendo il suo prezioso contributo alla pace e alla giustizia nel mondo. Dio protegga l'Italia e ogni suo abitante".

Le parole di Mattarella - "Sin dalla Sua prima visita pastorale sul suolo italiano, a Lampedusa, per giungere alla più recente, a Napoli, La abbiamo sentita partecipe delle difficoltà e delle attese dell’Italia", ha affermato il presidente della Repubblica.

"Vorrei anche esprimerle gratitudine -ha detto ancora il Capo dello Stato- per le parole di speranza che Ella ha voluto indirizzare a quella che ha definito 'cara Nazione italiana' in occasione del saluto al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Sono parole che aiutano a recuperare pienamente quei valori di solidarietà e attenzione reciproca che sono, e rimangono, alla base del sentire del nostro popolo, particolarmente nei momenti di crisi".

Al termine del suo discorso, Mattarella ha invitato Papa Francesco in visita al Quirinale, "per consolidare ulteriormente questo nostro dialogo, nella continuità della relazione speciale che accompagna i rapporti tra Santa Sede e Italia". Mattarella ha espresso la "profonda gratitudine per avermi ricevuto in visita di Stato, a poco più di due mesi dalla mia elezione e per le cortesi parole che, in quell’occasione, ha voluto rivolgermi. Considero il colloquio appena concluso, per l’intensità che lo ha caratterizzato, una testimonianza preziosa - ha affermato il capo dello Stato - del rapporto davvero speciale che esiste tra la Santa Sede e lo Stato italiano".

L'incontro di oggi - Papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono rimasti a colloquio privato per ventitré minuti nella Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano.

Si tratta della prima visita di Stato dal Pontefice. Il corteo presidenziale è arrivato in piazza San Pietro alle 9.40. Il colloquio privato tra Bergoglio e Mattarella, nella biblioteca del Palazzo Apostolico, è iniziato intorno alle 10. Il presidente della Repubblica, oltre che dalla delegazione ufficiale, è accompagnato dalla figlia Laura e da cinque nipoti. Ad accogliere Mattarella è stato il prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Ganswein.

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