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La disperazione della madre di Lo Porto: "Mio figlio non tornerà più"

23 aprile 2015 | 18.04
LETTURA: 4 minuti

La mamma del cooperante ucciso Giusi Felice in lacrime nella sua abitazione palermitana a Brancaccio: "Che dolore immenso. Io lo aspettavo...". Il fratello ai giornalisti: "Ora lasciateci in pace". Un'amica di famiglia: "Obama chiede scusa? E cosa ce ne facciamo delle sue scuse?". Un amico di Giovanni: "Un ragazzo migliore di lui non c'è" /VIDEO

L'abitazione  della famiglia Lo Porto a Brancaccio, a Palermo (Adnkronos)
L'abitazione della famiglia Lo Porto a Brancaccio, a Palermo (Adnkronos)

"Mio figlio non tornerà più, che dolore immenso. Io lo aspettavo...". Così, tra le lacrime, Giusi Felice, la madre di Giovanni Lo Porto, il cooperante palermitano ucciso nel raid Usa. A riferirlo sono alcuni amici che sono andati a trovare l'anziana donna, visibilmente sofferente, nella sua abitazione palermitana, in via Pecori Giraldi, a Brancaccio.

A casa, oltre a Giusi Felice, ci sono alcuni dei fratelli di Giovanni. La donna non vuole vedere i giornalisti. Nell'abitazione, al piano terra, ci sono anche carabinieri e poliziotti. "Cosa posso dirvi? La madre è affranta dal dolore", ha detto un poliziotto del commissariato Brancaccio di Palermo appena uscito dalla casa.

"Abbiamo saputo della morte di mio fratello questa mattina, ci ha telefonato la Farnesina, che ci è sempre stata molto vicina", ha detto il fratello di Lo Porto. L'uomo, rivolgendosi poi ai giornalisti, ha aggiunto: "Adesso, per cortesia lasciateci in pace, lasciateci nel nostro dolore".

L'uomo è uscito dall'abitazione della madre per invitare i giornalisti a lasciare l'androne di casa. "Non ho molto da dire - ha detto - capisco che dovete fare il vostro lavoro, ma vi invito a lasciarci in pace".

"Obama ha chiesto scusa? Grazie... cosa devo dire?", risponde il fratello di Lo Porto. L'uomo non ha voluto aggiungere altro. "Non vogliamo fiori", si è limitato a dire. E la moglie, accanto a lui, ha solo sussurrato: "La Farnesina si è comportata bene, ha lavorato sempre benissimo".

"Da più di tre mesi non avevamo alcuna notizia - riferisce l'amica di famiglia Jessica - non ci facevano sapere niente. Io sono venuta tutti i giorni a trovare la signora Giusi e ci chiedevamo perché la Farnesina non si facesse viva. Oggi la terribile notizia appresa dal telegiornale. Giovanni non tornerà mai più".

"E' stato un fulmine a ciel sereno. Non ci aspettavamo questa terribile notizia. Una tragedia. La famiglia aveva tanta fiducia nella Farnesina", racconta un'amica della madre. "L'ho appena sentito al telegiornale - dice la donna prima di entrare nell'abitazione di Giusi Felice - la madre da tre anni si era lasciata andare, da quando hanno rapito Giovanni. E' caduta in depressione. Ogni tanto venivo a trovarla per darle conforto".

Giovanna, che preferisce non dire il suo cognome, si chiede: "Perché dirlo soltanto adesso che il raid è stato a gennaio?". Un'altra ragazza, amica di famiglia, Angela, grida: "Obama chiede scusa? E cosa ce ne facciamo delle sue scuse? Perché non lo diceva a gennaio che Giovanni non c'è più".

Un'amica di famiglia di Giovanni appena uscita dall'abitazione della madre ha riferito: "Non fa che piangere, povera donna. Ha ricevuto le telefonate si Renzi e di Grasso e ha pianto anche con loro". "E' distrutta - dice - non avrebbe mai pensato di ricevere questa terribile notizia".

Intanto sono ancora in casa Lo Porto i funzionari dell'Unità di crisi della Farnesina. Il personale del ministero degli Esteri è arrivato oggi per parlare con la madre e i parenti più stretti del cooperante ed esprimere le condoglianze del governo.

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