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Pedofilia: perquisizioni in 16 città, indagati anche minorenni

30 aprile 2015 | 08.21
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Coinvolte città in tutta Italia. "I ragazzi, quando sono davanti ad un computer, pensano di potere immettere in rete qualsiasi cosa - ha detto il procuratore del tribunale dei minori di Catania - non rendendosi conto che rischiano di incorrere in vari reati"

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Numerose perquisizioni domiciliari in varie città d’Italia, sono state eseguite dalla Polizia Postale nei confronti di indagati maggiorenni e minorenni nell'ambito di un’operazione di contrasto della pornografia minorile della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica e la Procura per i Minorenni di Catania. Le città interessate dalle perquisizioni sono state Catania, Siracusa, Ragusa, Palermo, Caltanissetta, Reggio Calabria, Potenza, Avellino, Roma, Reggio Emilia, Lucca, Milano, Torino, Cuneo, Treviso e Venezia.

"I ragazzi, quando sono davanti ad un computer, pensano di potere immettere in rete qualsiasi cosa, dagli insulti alle immagini delle proprie parti intime, non rendendosi conto che rischiano di incorrere in vari reati". Lo ha detto Caterina Aiello, procuratore tribunale dei minori di Catania, in merito all'operazione 'Sexting' condotta dalla polizia postale di Catania che ha indagato 20 persone, tra cui 10 minorenni, per detenzione di immagini di pornografia minorile. "L'immissione di materiale di pedopornografia minorile - ha aggiunto- non è una condotta lecita e assume rilevanza penale. C'è spesso il rischio di essere adescati da maggiorenni e di incentivare uno stuolo di pedofili che si aggirano nel web".

"Le immagini - ha osservato - sono state addirittura utilizzate da uno degli indagati per ricattare la vittima, minacciandola di diffondere i video in siti di pornografia". "Quando i minori iniziano questa attività per gioco -ha concluso Aiello- non si rendono conto dei rischi infiniti ai quali si espongono".

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