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Papa: pregate per me che sono anziano e un po' malato

03 maggio 2015 | 18.37
LETTURA: 3 minuti

Il Pontefice in visita alla parrocchia romana di Santa Maria Regina Pacis a Ostia: "Non abbiate facce malinconiche ma gioiose, che sappiano sempre guardare il lato positivo della vita e lo offrono agli altri: è il dono che solo Dio ci può dare"

Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO
Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO

"Pregate per me, sono un po' anziano e un po' malato, non tanto però....": Con queste parole Papa Francesco ha salutato la comunità della chiesa di Santa Maria Regina Pacis a Ostia, sul litorale romano, appena arrivato per la sua undicesima visita a una parrocchia di Roma.

Il Papa ha incontrato nell'oratorio i bambini e i ragazzi che si preparano ai sacramenti della comunione e della cresima con i loro catechisti. E, prima di celebrare la messa, ha confessato i fedeli.

"Non abbiate facce malinconiche ma gioiose, che sappiano sempre guardare il lato positivo della vita e lo offrono agli altri: è il dono che solo Dio ci può dare", ha sottolineato Francesco, raccomandando di "avere sempre un sorriso gioioso: ma vero, naturale, non di cartone! Il sorriso bello, che viene dall'anima di una persona che si definisce solare, perché ha il sole dentro e dà luce e gioia agli altri".

"Nella vita si fanno tante scelte sbagliate ma - ha osservato il Papa - come cantano gli alpini, nell'arte di salire l'importante non è non cadere ma rialzarsi. E' importante sempre andare oltre, andare avanti. E questo dà gioia: la gioia non si compra al mercato né si vince giocando al lunapark. La gioia è un regalo dello Spirito Santo e noi cristiani dobbiamo chiederla".

"Se ci stacchiamo da Cristo, siamo cristiani a parole ma non cristiani di vita. Siamo cristiani 'morti' perché non diamo frutto, come i tralci staccati dalla vite", ha ricordato Bergoglio nell'omelia.

E ha esortato i fedeli a "essere uniti a Cristo per ricevere la vita e l'amore e il perdono. Tutti noi siamo peccatori, ma se rimaniamo in Cristo come i tralci nella vite, il Signore ci perdona e viene per farci dare più frutto. Lui ha sempre cura di noi ma noi non rimaniamo in Cristo quando chiacchieriamo contro gli altri, quando siamo bugiardi, quando truffiamo gli altri con gli affari sporchi; quando siamo ipocriti, anche se andiamo tutte le domeniche a messa, ma viviamo da pagani".

Invece, ha concluso Francesco, "siamo in Cristo quando facciamo il bene, curiamo i malati, aiutiamo i poveri; quando abbiamo dentro la gioia dello Spirito Santo. Così va avanti una vita cristiana e così si dà potenza e forza alla preghiera e si dà frutto, come il tralcio unito alla vite".

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