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Expo, l'avvocato Mazzali: "Gli arrestati dopo il corteo andrebbero scarcerati"

05 maggio 2015 | 17.11
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Considerato l'avvocato dei centri sociali milanesi, sprona a ragionare in termini di legge. Per i cinque arrestati dopo la manifestazione 'No Expo' (Foto), il pericolo di reiterazione del reato non c'è. Il diritto a manifestare è garantito e il Daspo rischia di essere incostituzionale. Evitiamo - il suo invito - di inventarci altri reati. Sequestrate maschere antigas, mazze e martelli (Video - Foto)

L'avvocato Mirko Mazzali
L'avvocato Mirko Mazzali

di Antonietta Ferrante

'Dura lex, sed lex'. A Milano è caccia ai black bloc e l'opinione comune è che la pena per chi ha messo in scena una vera guerriglia urbana deve essere esemplare. Una richiesta che non tiene conto dello scopo educativo di una condanna - che arriva solo dopo un processo - e che somiglia più a una caccia alle streghe. Mirko Mazzali, considerato l'avvocato dei centri sociali milanesi e fino a pochi giorni fa capogruppo di Sel a Palazzo Marino, è una voce fuori dal coro. "La custodia cautelare - dice intervistato dall'Adnkronos - dovrebbe essere l'extrema ratio".

I cinque arrestati - che hanno partecipato al corteo 'No Expo' del primo maggio che ha lasciato alle sue spalle vetrine devastate e auto bruciate - "sono imputati di episodi di resistenza a pubblico ufficiale non particolarmente gravi, si parla di lancio di oggetti ma senza che questo abbia provocato feriti. Per gli incensurati, il pericolo di reiterazione del reato - vista l'episodicità del fatto - non c'è sicuramente, come per gli altri che hanno precedenti ma non specifici". Non sussistono - a dire del legale che non difende nessuno degli arrestati - i presupposti per lasciarli dietro le sbarre. Una considerazione "che tiene conto della legge", anche se tra politici e gente comune la richiesta di manette sembra sempre più in voga.

"Le pene - ricorda Mazzali - non devono essere esemplari, devono semplicemente essere giuste, emesse da un giudice dopo un processo, con il rispetto delle garanzie difensive garantite dalla Costituzione. Chi va in corteo travisato o con un casco commette un reato, previsto dal Testo unico di pubblica sicurezza, ma è inutile gridare allo scandalo se non lo arrestano perché il limite di pena non lo prevede". Un vademecum per tanti politici che le leggi le hanno votate.

Se il plauso alle forze dell'ordine che hanno evitato lo scontro e consentito che non ci fossero feriti tra i manifestanti è unanime, non mancano polemiche sul tema della prevenzione. La Questura ha chiesto l'allontanamento per 10 presunti anarchici e quattro sono stati rifiutati. Per 13 francesi senza documenti - scaduti i termini per l'identificazione - la Prefettura ha emesso un decreto di allontanamento coatto, con tempi tali da consentirgli di partecipare al corteo. Evidente il paradosso: chi ha documenti rischia l'allontanamento, chi ne è privo è libero di girare in città.

Un controsenso che la politica non sembra intenzionata a risolvere, ma su cui l'avvocato Mazzali apre una riflessione: "Gli allontanamenti basati solo su sospetti e senza prove di pericolosità sociale sono illegittimi". Tra chi chiede di impedire i cortei e chiede il Daspo per i violenti, il legale cerca di fare ordine. "Il diritto a manifestare è garantito dalla Costituzione, quindi invocare per i manifestanti il Daspo - come viene applicato negli stadi - rischia di essere, oltre che non utile, incostituzionale. Non c'è un diritto costituzionale vedere le partite", evidenzia Mazzali, appassionato della Fiorentina oltre che di diritto.

E se il ministro dell'Interno Angelino Alfano sollecita più poteri ai prefetti, l'arresto differito e punizioni per gli incappucciati, l'avvocato non ha dubbi: "evitiamo, se possibile, di inventarci altri reati, in Italia ce ne sono troppi. Ricordo - conclude Mazzali - che è punito l'errato congelamento di aragosta, ma non c'è il reato di tortura".

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