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Milano, Vitali: "Portello come Parc Güell, pronti 300 mln da investire"

05 maggio 2015 | 20.53
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Cristian Vitali, amministratore delegato della Vitali Spa, il general contractor in gara con l'Ac Milan e Prelios per la riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 del Portello, immagina la sua 'Milano Alta'. Un progetto - a cui lavora da due anni - capace di calamitare l'attenzione dei turisti e diventare il luogo più visitato della città

Milano, Vitali:

Il nuovo Portello come il Parco Güell di Barcellona, capace di calamitare l'attenzione dei turisti e diventare, in poco tempo, da area periferica a luogo più visitato e frequentato di Milano. E' con queste caratteristiche che Cristian Vitali, amministratore delegato della Vitali Spa, il general contractor in gara con l'Ac Milan e Prelios per la riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 del Portello, immagina la sua 'Milano Alta'. "E' un progetto a cui lavoriamo da due anni, ci credo fortemente e se dovessi scegliere - dice all'Adnkronos - non avrei dubbi".

Di motivi per cui la Fondazione Fiera Milano - lo scorso 27 aprile si è data altre sei settimane per decidere - dovrebbe scegliere il polo multifunzionale di Vitali, l'amministratore delegato ne elenca parecchi. Prima di tutto, la sostenibilità finanziaria. "Siamo riusciti a intercettare l'interesse di un investitore internazionale come Stam Europe, che è disposto e ci ha confermato di voler investire oltre 100 mln di euro nel breve periodo e oltre 200 mln nel lungo". Tra i progetti a cui ha lavorato Stam Europe ci sono ad esempio la nuova sede L'Oréal di Parigi o il Botanic Garden di Bruxelles.

Il secondo motivo 'vincente' è la sua "concreta e immediata fattibilità". Milano Alta "è conforme - spiega Vitali - al piano urbanistico di Milano e all'accordo di programma sottoscritto lo scorso giugno dalla Fondazione. Di conseguenza, permette uno sviluppo più agevole, in quanto non c'è la necessità di varianti urbanistiche e lungaggini amministrative". Si tratta di un progetto conservativo, che punta al recupero dell'esistente e non allo stravolgimento dell'area. "In fondo quello è un landmark, una delle porte storiche di Milano".

Quindi, ipotizzando che la Fiera scelga la Vitali, lungo viale Scarampo potrebbe apparire in poco tempo una lunghissima - circa un chilometro - passeggiata verde ciclopedonale (quelli di Vitali la chiamano 'green street meneghina') a sette metri di altezza dove poter "praticare attività sportive, installare esposizioni temporanee e orti botanici: i luoghi del futuro sono questi". Per questo studio sono stati coinvolti architetti paesaggisti di fama internazionale, come lo studio Flores Prats di Barcellona e il Norman Foster di Londra.

Nel progetto, anche per il green roof a copertura del padiglione, "ci saranno fontane e giochi d'acqua, in linea con la nuova centralità dell'acqua a Milano", tema attuale dopo la riapertura della Darsena. Secondo Vitali, "l'importante è far rivivere qualcosa in maniera sostenibile. Lo stadio, ad esempio, avrebbe problemi legati alla gestione dei flussi".

La forza del gruppo Vitali, che ha realizzato, tra le cose, lo scalo di Orio al Serio, l'aeroporto di Olbia, la porta dell'Expo, la Brebemi e sta ultimando la Teem ("il nostro lotto sarà inaugurato in quindici giorni"), sta nella "consolidata esperienza in ambito di sviluppo immobiliare e riqualificazione edilizia, soprattutto per quanto riguarda i campus tecnologici". Tra quelli realizzati, ad esempio, c'è l'Innovation Campus Milano dove ha sede la Microsoft.

Le aree legate all'innovazione tecnologica sono previste anche nel progetto di Milano Alta. Vitali, con un'analisi di mercato, ha individuato sette 'cluster' di interesse per residenti, cittadini e turisti. Tra le sette funzioni, c'è l'innovazione tecnologica ma anche la cultura, la cucina, il benessere e lo sport. "Anche da questo punti di vista, con l'analisi di mercato - conclude Vitali - abbiamo verificato la piena sostenibilità economica dell'intervento".

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