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Aule vuote e migliaia in piazza. Renzi: Ascoltiamo la protesta" /Foto - -Video

05 maggio 2015 | 08.24
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Giornata di mobilitazione contro il Ddl (Foto). Sette cortei in sette città. A Roma marcia dei "100mila". Ci sono anche Camusso, Barbagallo e minoranza Pd con studenti e insegnanti. Blitz al Miur. Furlan a Milano. In migliaia a Torino (Video). Giannini: "Scelto lo strumento del ddl per tenere aperta la discussione". Agnese Renzi a lezione come sempre

Aule vuote e migliaia in piazza. Renzi: Ascoltiamo la protesta

La scuola scende in piazza contro la Buona Scuola. Cortei di studenti e sindacati uniti, che manifestano il loro dissenso al ddl di riforma della scuola del governo Renzi, in sette città: a Roma, Milano, Bari, Aosta, Catania, Cagliari e Palermo (DIRETTA TWITTER). "Oggi ci sono tante persone che protestano per la scuola, noi ascoltiamo le proteste, è giusto condividere e parlare, entrare nel merito. Ma per la prima volta questo governo stanzia 3mld di euro nella scuola. Sono pochi? E quelli di prima quanti erano?", ha detto il premier Matteo Renzi da Bolzano. Il presidente del Consiglio è tornato sul varo dell'Italicum: "Finalmente la politica mantiene le promesse" .

A Roma - Oltre 100mila, secondo fonti della Cgil, i manifestanti che hanno preso parte al corteo di protesta terminato in piazza del Popolo: il lungo serpentone ha marciato a ritmo di tamburelli tra bandiere rosse della Flc Cgil, quelle azzurre della Uil e quelle della Cisl. In testa al corteo lo striscione unitario dei sindacati di categoria che hanno indetto la protesta con la scritta: "Sciopero generale, l'unione fa la forza". Tra gli altri striscioni: "I diritti si conquistano a spinta" e "Il Tasso contro la riforma". Molti i fazzoletti, portati al collo dai docenti, con la scritta "La buona scuola ci ha tolto la parola" e magliette bianche con la scritta "Il precariato nuoce gravemente". La "massiccia adesione" alla protesta è stata evidenziata dallo Snals-Confsal.

Al corteo capitolino anche la minoranza Pd: presente Stefano Fassina, convinto che la riforma vada cambiata "perché la scuola è un tassello fondamentale della democrazia del paese". Accanto a lui i leader di Cgil e Uil. Per Susanna Camusso questo governo "è senza argomenti" e "senza idea di come bisogna cambiare'' la scuola. "Valuteremo - ha aggiunto - gli esiti della manifestazione poi troveremo altre modalità per continuare la nostra lotta''. Carmelo Barbagallo parla della "più grande manifestazione che la scuola abbia mai fatto'' e in nome di "una scuola pubblica, libera e democratica", ha detto 'no' ai podestà: al contrario "c'è bisogno di presidi". Presente anche il leader della Fiom Maurizio Landini che ha detto: "Oggi il Paese sfiducia il governo''.

Blitz notturno verso il #5Maggio davanti al Miur - La firma dell’Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti medi che dicono 'no' ai provvedimenti sulla Buona Scuola ribadendo "la totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma, gli stessi metodi che vorrebbero propinarci con la Buona Università".

"Con questo blitz all’alba della manifestazione del comparto scuola -hanno spiegato gli studenti - il 5 maggio abbiamo voluto rappresentare in modo ironico la realtà della Buona Scuola, una realtà che è tutt’altro che buona e ribadire, ancora una volta, che solo con noi studenti la Scuola può essere #buonaxdavvero".

Lo striscione al Pincio (altro blitz a Roma) dà il 'la' ai cortei - "La scuola e la democrazia sono #nellenostremani". Con il lancio dell'hashtag e di uno striscione calato dal Pincio è stata lanciata la mobilitazione odierna "in cui Renzi ci vedrà tutti uniti contro il ddl Buona Scuola", ha dichiarato Danilo Lampis, coordinatore Nazionale Unione degli Studenti, prima dell'inizio delle manifestazioni di piazza tra studenti, genitori, insegnati, personale Ata e tutta la cittadinanza.

A Palermo - Tra docenti, studenti ma anche cittadini, in migliaia hanno partecipato al corteo di Palermo, partito da piazza Marina e arrivato a piazza Verdi, davanti al teatro Massimo. Un gruppo di docenti, al termine del corteo ha occupato simbolicamente l'Assessorato comunale all'Istruzione di Palermo. A Catania, invece, il corteo da piazza Europa è arrivato fino a piazza Roma. 'Dalle Alpi a Lampedusa, la scuola non ci sta'; 'La buona scuola siamo noi'; 'la scuola statale e' patrimonio nazionale' si leggeva sugli striscioni del lungo corteo.

Diecimila persone, tra insegnanti e studenti, hanno sfilato a Torino: il lungo serpentone si è mosso da piazza Carlo Alberto, ha sostato sotto la sede del Miur sventolando palloncini colorati e intonando 'Bella ciao', poi si è mosso verso piazza Castello dove è terminata la manifestazione. L'adesione allo sciopero è stata intorno all'80% con punte dell'85%

Due i cortei a Bologna: quello dei Cobas partito da piazza XX Settembre e quello degli studenti medi partito da piazza San Francesco, che si sono uniti in via Indipendenza, per raggiungere piazza Maggiore. Circa un migliaio i partecipanti al serpentone. Nel mirino il premier Matteo Renzi, appellato tra l'altro come "puffarolo" e ritratto sui cartelli con le fattezze di Pinocchio. Tantissime le bandiere rosse dei Cobas, le pentole e le posate sbattute per fare rumore, qualche fumogeno, fischietti e striscioni contro il Governo e in difesa della scuola pubblica. Nel mirino in particolare il passaggio della riforma che modifica i poteri dei presidi.

Giannini: "Ddl proprio per tenere aperta la discussione" - "Da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla", ha detto il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, intervenendo a Mix24 su Radio24, rispondendo alla domanda su come mai da sette anni non si verificava uno sciopero con così larga adesione. E comunque, ha sottolineato il ministro, "abbiamo scelto lo strumento del disegno di legge proprio per tenere aperta la discussione".

Sulla funzione del preside che dovrebbe avere con la Buona Scuola, Giannini ha spiegato "che il dirigente scolastico deve assumere le funzioni di responsabilità che ogni leader educativo, questo è il preside di una scuola nel mondo, deve poter avere. A questo però facciamo corrispondere un accuratissimo sistema di valutazione, che è già partito, che non è legato solo a questo disegno di legge ma che finora non si era mai attuato perché la scuola italiana non è impostata su una modalità valutativa".

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