Il presidente Scaccabarozzi, ricordando che oggi per un nuovo farmaco servono "oltre 2 miliardi di investimenti e 10 anni per lo sviluppo, mentre solo una molecola su 10mila arriva al mercato", ha spiegato che "si tratta di investimenti e tempi non più sostenibili" da parte delle singole imprese. Da qui la necessità di aggregarsi
Per introdurre un nuovo farmaco sul mercato oggi "serve un network, magari con piccole start up che fanno lo screening iniziale, poi quando la molecola ha la potenzialità di diventare un farmaco, nasce una partnership con le imprese più grandi, che hanno la massa critica necessaria per portare il prodotto fino in fondo" sul mercato. Lo ha detto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, parlando di ricerca farmaceutica, a margine dell'incontro 'Aggregarsi per crescere. La salute nel mondo globale', al Festival della Scienza medica, in corso fino a domenica a Bologna.
Ricordando che oggi per un nuovo farmaco servono "oltre 2 miliardi di investimenti, 10 anni per svilupparlo e si sfrutta il brevetto solo per gli 8-9 anni successivi, mentre solo una molecola su 10mila arriva al mercato", Scaccabarozzi ha spiegato che "si tratta di investimenti e tempi non più sostenibili" da parte delle singole imprese. Da qui la necessità di aggregarsi, secondo un nuovo modello di sinergia industriale a favore della ricerca.
"In un mondo in cui i costi della ricerca sono questi - ha continuato il presidente di Farmindustria - è già iniziato un percorso di collaborazione non solo tra pubblico e privato, ma anche tra privato e privato con aziende che arrivano a scambiarsi aree terapeutiche". Insomma, ha concluso Scaccabarozzi, "ci sono bisogni di conoscenza e di innovazione che necessitano di concentrare le risorse per ottenere risultati positivi".