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Farmaci per cani e gatti più costosi di quelli umani. Il veterinario: "Costretti a prescriverli"

17 maggio 2015 | 11.11
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Oltre 76mila firme sono state raccolte dalla petizione dell'Enpa contro i "costi esorbitanti dei medicinali veterinari in Italia". Il fatturato del mercato è di circa 600 milioni di euro. Sindacato veterinari : "Norma europea inaccettabile". Passione 'pet': nelle case degli italiani 60 mln di cani, gatti e altri animali

Cane e gatto dal veterinario (Infophoto)
Cane e gatto dal veterinario (Infophoto)

Farmaci per animali più costosi di quelli umani. Il doppio, quando va bene, anche a parità di principio attivo. Un esempio su tutti? Un gastroprotettore per Fido può arrivare a costare 16 euro, a fronte dei canonici 8. E va anche peggio se il micio ha bisogno di un antibatterico ad ampio spettro: in qualche caso il prezzo del farmaco veterinario può arrivare a costare 6 volte tanto.

Una bella differenza. Ma tant'è. E i proprietari degli amati 'pet' si trovano a dover sborsare un centinaio di euro all'anno, in media, per prendersi cura dei loro 'compagni di vita'. E infatti il mercato dei medicinali veterinari va a gonfie vele: si parla di circa 600 milioni di euro. Solo in Italia.

I proprietari fanno sentire la loro voce: l'Ente nazionale protezione animali ha lanciato una petizione su Change.org, che sfiora le 76mila firme, per cambiare l'attuale normativa. La legge vigente, infatti, dispone che i veterinari non possano prescrivere farmaci per uso umano nel caso in cui siano disponibili medicinali per animali.

Lo sa bene un veterinario di Conegliano nel trevigiano che, pensava di fare un favore al proprio paziente, prescrivendo a gennaio di quest'anno un farmaco umano alla proprietaria di un cagnolino: si è visto recapitare una multa di 3mila euro dagli ispettori dell'Azienda sanitaria locale.

"La normativa europea prevede che si possa prescrivere quello a uso umano in via eccezionale solo quando non esiste quello veterinario. Proprio perché lo possiamo utilizzare quando non esiste, non vedo perché non si possa usare quando esiste e costa meno", dichiara all'Adnkronos Angelo Troi, presidente del Sindacato italiano medici veterinari liberi professionisti.

"Il problema qual è? Che con un dosaggio e principio identico le differenze di costo tra i due medicinali sono notevoli", sottolinea Troi. Secondo l'esperto, "le aziende farmaceutiche hanno tutto l'interesse di mantenere un doppio mercato: quello dei medicinali per umani e per animali. Noi chiediamo che il veterinario, dove c'è una convenienza per il consumatore e a parità di principio attivo, possa prescriverlo. Il professionista è in grado di capire la differenza tra un farmaco che si può usare e uno no".

Da Nord a Sud, chiamando le principali farmacie, confermano che "sono in molti a chiedere se possono utilizzare il farmaco per uomini anche per gli animali". Per questo, rivela un veterinario milanese, che preferisce mantenere l'anonimato, "fornisco abitualmente medicinali da uomo, soprattutto antibiotici, nelle dosi giuste ai proprietari di cani e gatti per venire incontro alle loro difficoltà economiche".

Il problema è all'ordine del giorno anche dell'agenda Ue. E' infatti in discussione una bozza di regolamento europeo sul farmaco veterinario. "Se diventa attuativa - spiega Troi - non ci sarà più la possibilità di prescrivere farmaci umani per i piccoli animali".

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