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Violenza su donne: Kustermann, Orlando faccia decreti per banca dati Dna

22 maggio 2015 | 17.55
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"Mi rivolgo al ministro della Giustizia Andrea Orlando che da un lato dovrebbe fare i decreti attuativi e trovare le risorse per finanziare la Banca dati nazionale del Dna dei condannati in via definitiva e dall’altro sul versante delle indagini per i reati sessuali dovrebbe garantire alle procure la copertura finanziaria". Lo afferma Alessandra Kustermann, responsabile del Soccorso violenza sessuale e domestica della clinica Mangiagalli di Milano, commenta l'inchiesta sulle violenze sessuali dell'Adnkronos.

Violenza su donne: Kustermann, Orlando faccia decreti per banca dati Dna

"Si potrebbe fare meglio e per questo mi rivolgo al ministro della Giustizia Andrea Orlando che da un lato dovrebbe fare i decreti attuativi (rispetto alla legge 85 del 2009, ndr) e trovare le risorse per finanziare la Banca dati nazionale del Dna dei condannati in via definitiva e dall’altro sul versante delle indagini per i reati sessuali dovrebbe garantire alle procure la copertura finanziaria. Un protocollo per l’analisi del profilo del cromosoma Y di tutti i casi in cui la violenza sessuale sia stata compiuta da uno sconosciuto o da un conoscente occasionale. Questo sarebbe importante, perché in questi gruppi di autori di reato potrebbero essere identificati i violentatori seriali". Così Alessandra Kustermann, responsabile del Soccorso violenza sessuale e domestica della clinica Mangiagalli di Milano, commenta l'inchiesta sulle violenze sessuali dell'Adnkronos.

Dal 1996 a fianco delle donne vittime di violenza - "per la vittima o stupro altrettanto spaventoso come un attentato alla sua vita" - ricorda che nel 2014 sono stati 367 i casi di abusi, in 88 casi commessi da sconosciuti e in 34 da conoscenze occasionali; 83 invece le donne che non ricordano quanto è accaduto e hanno magari il vago sospetto di essere state violentate, dopo che avevano bevuto troppo o avevano assunto droghe volontariamente o in modo inconsapevole (ad esempio con la 'droga dello stupro'); anche in questi casi se emergesse una probabile violenza sessuale avrebbe senso un analisi del profilo Y per individuare i possibili violentatori seriali. Numeri che comprendono anche abusi di gruppi per un tema "molto complesso dal punto di vista medico" che pone un "problema di etica giudiziaria" e rispetto al quale bisogna fare i conti "con una legge 'all'italiana' che consente di fare il Dna solo ai condannati in via definitiva", precisa.

"Credo che sia giusto - sottolinea la Kustermann - che sui reati a sfondo sessuale ci sia un Dna stoccato, perché esiste il rischio di recidiva" ma occorre anche puntare sugli altri elementi di indagine da affiancare alla prova genetica. All'esame del Dna bisogna ricorrere "quando esiste un sospetto reale. In questo caso - e la magistratura fa appieno il suo lavoro - si procede all'analisi, altrimenti i tamponi e i vetrini non vengono analizzati perché questo avrebbe un costo eccessivo rispetto alle necessità di indagine. Senza sapere chi potrebbe essere l’autore del reato un' indagine a tappeto della popolazione dovrebbe essere riservata a poche situazioni molto particolari". Per la Kustermann il costo vivo dell'analisi si aggira "su circa 600 euro a caso, se facciamo l'esempio del 2014 il costo per gli 88 abusi commessi da sconosciuti sarebbe di circa 50mila euro per Milano e provincia; ma nel caso di consulenze ed esami completi del Dna la somma sarebbe destinata a lievitare. Per questo - conclude - bisogna concentrarsi sull'analisi scientifica solo quando essenziale".

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