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Violenza su donne: inchiesta su tamponi, Carfagna presenta interrogazione

22 maggio 2015 | 17.58
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Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei Deputati, ha presentato un'interrogazione parlamentare ai ministri della Salute Beatrice Lorenzin, al ministro dell'Interno Angelino Alfano e al ministro della Giustizia Andrea Orlando in merito all'inchiesta Adnkronos sul tema delle violenze sessuali

Violenza su donne: inchiesta su tamponi, Carfagna presenta interrogazione

Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei Deputati, ha presentato un'interrogazione parlamentare ai ministri della Salute Beatrice Lorenzin, al ministro dell'Interno Angelino Alfano e al ministro della Giustizia Andrea Orlando in merito all'inchiesta Adnkronos sul tema delle violenze sessuali.

"La violenza di genere determina oltre che un costo sociale anche un aggravio economico per la finanza pubblica", evidenzia l'ex ministro per le Pari Opportunità. Un prezzo composto da tante voci "dai costi sanitari per cure psicologiche, ai costi per l'ordine pubblico, ai costi giudiziari, per le spese legali relativi alla sicurezza delle donne e della collettività, fino ad arrivare ai costi dei servizi sociali dei comuni e dei centri antiviolenza relativi all'assistenza delle vittime e dei loro familiari". In questo caso la spesa annua "sarebbe di neppure 100mila euro", ma le istituzioni rinunciano alla creazione di una banca dati contenente i profili genetici dei violentatori "per mancanza di fondi", anche se ad esempio le spese di giustizia a Milano, ricorda l'esponente di Forza "ammontano a oltre 29 milioni di euro nel 2013 e circa 18 milioni per le sole intercettazioni".

In questo senso Mara Carfagna chiede ai ministri Lorenzin, Alfano e Orlando se siano a conoscenza "dell'utilizzo della refertazione biologica presso il Svs Mangiagalli di Milano; se non ritengano opportuno avviare un censimento presso i nosocomi e i centri di primo soccorso italiani che effettuano prelievi biologici sulle vittime di violenza al fine di evitare episodi di interruzione della catena di custodia" dei reperti, "“se non ritengano opportuna, grazie al corretto utilizzo dei referti biologici e in sinergia con le procure d'Italia, la creazione di una banca dati su rete nazionale che, nel rispetto della privacy, possa essere utile per la tutela della vittima di violenza sessuale anche in ambito processuale".

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